Dal 31 gennaio al 6 febbraio un gruppo di studiosi italiani del Politecnico di Torino ha lavorato a Luxor, in Egitto, nella Valle dei Re, alla ricerca della tomba della regina Nefertiti, sposa di Akenathon. Secondo l’archeologo inglese Nicholas Reeves, la mummia della leggendaria sovrana, vissuta nel 14esimo secolo a.C. e famosa per la sua bellezza, sarebbe sepolta in una camera segreta accanto alla tomba di Tutankhamon (portata alla luce nel 1922 dall’archeologo inglese Howard Carter), il faraone-bambino ritenuto suo figlio. Gli italiani si sono avvalsi di quattro georadar lungo le pareti della tomba per capire se dall’altro lato ci siano dei vuoti, che starebbero ad indicare la presenza di una stanza. Un lavoro che richiede grande abilità perché le pareti sono ricoperte di dipinti di grande valore. Adesso saranno analizzati i dati raccolti e poi chissà. Se fosse vero, la tomba di Nefertiti dovrebbe essere più grande e più spettacolare di quella di Tutankhamon. Bravi i ricercatori italiani. D’altra parte, vantano un grande “antenato”, Giovanni Battista Belzoni che esattamente duecento anni fa (nel 1818) scoprì l’entrata della piramide di Chefren. L’egittologa nascosta in me quando c’è aria di nuove scoperte va in fibrillazione.
© 2018 – Romina Gobbo – Facebook 9 febbraio 2018