Strage di bambini e strage di giornalisti. Questa è la guerra infinita in Afghanistan. Nelle prime ore di questa mattina si sono verificati tre attacchi suicidi: due nel centro di Kabul, nell’area dove hanno sede la Nato e altre istituzioni, e uno nella provincia meridionale di Kandahar, dove è stato colpito un convoglio Nato. Sono morte oltre 40 persone e altrettante sono ferite. Nella capitale sono rimasti uccisi una decina di operatori dell’informazione, fra cronisti, cameramen e fotografi accorsi dopo la prima esplosione. Fra di loro il fotografo dell’Agenzia di stampa francese (Afp), Shah Marai, che da anni documenta la guerra contro i talebani. Lo ha riferito tramite Twitter il Comitato per la sicurezza dei giornalisti afghani (Ajsc). A Kandahar è stata colpita una scuola coranica; sono morti undici studenti, oltre ad alcuni militari. Daesh ha rivendicato gli attentati della capitale. Non bastavano i talebani. Oggi l’Afghanistan deve fare i conti anche con Daesh che, dato più volte per sconfitto, come l’araba fenice risorge dalle sue ceneri. Sono passati 17 anni da quell’11 settembre quando in Afghanistan sono arrivati i raid aerei a guida Usa per sradicare il terrorismo e cacciare i talebani da Kabul. Il risultato è che i talebani controllano più della metà del territorio del paese ed in alcune province si è installato Daesh. Un altro stato fallito, un altro stato dove abbiamo “esportato la democrazia”.
© 2018 – Romina Gobbo – Facebook 30 aprile 2018