Itinerari e feste religiose: San Pio X ritorna a casa

Per i 120 anni dell’elezione al soglio pontificio, l’urna con le spoglie del “Papa del catechismo” viene portata in pellegrinaggio a Riese, il paese natale, e nei luoghi della sua vita e della sua missione prima di diventare Papa, tra Treviso, Padova e Venezia

«Non santo, Sarto sono». Rispondeva così papa Pio X, al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto, a quanti lo acclamavano santo mentre era ancora in vita. L’ironia era proprio una delle cifre di questo Pontefice, vissuto tra il 1835 e il 1914, originario di Riese, in provincia di Treviso. Poi ci sono l’umiltà, la sobrietà e l’essenzialità, caratteristiche che lo hanno reso amato dal popolo di Dio, di ieri e di oggi: sono infatti più di 80 le chiese parrocchiali italiane a lui dedicate. Per celebrare il 120esimo anniversario dell’elezione al soglio pontificio, avvenuta a Roma il 4 agosto 1903, le spoglie mortali di papa Sarto, dal 6 al 15 ottobre, torneranno ” a casa”. La peregrinatio corporis, la seconda per questo Pontefice (la prima avvenne nel 1959), è stata voluta dalla Fondazione Giuseppe Sarto (costituita da Comune di Riese e Provincia di Treviso nel 1984, e alla quale si è aggiunta, poi, la Diocesi di Treviso) per due motivi, come spiega il parroco don Giorgio Piva: «Innanzitutto perché la fede ha bisogno di segni concreti, ma anche perché vogliamo rimettere al centro il tema della santità. Per farlo, abbiamo bisogno di esempi come quello di “Bepi” Sarto, come lo chiamano qui. Nel suo cursus honorum, da cappellano a parroco, da vescovo di Mantova a patriarca di Venezia e anche da Papa, ha sempre vissuto un amore molto “pratico” per Gesù Cristo, che esprimeva con l’aiuto concreto ai poveri, ma anche con l’impegno a migliorare la condizione sociale del suo tempo e con la dedizione verso la Chiesa, per la quale si è speso con tutto sé stesso, non sempre trovando consenso». Tra le sue iniziative più importanti ci fu la stesura del Catechismo della dottrina cristiana, diventato noto come Catechismo della dottrina di Pio X, che realizzò mentre era vescovo di Mantova e che per decenni, almeno fino alla soglia degli anni Sessanta, è stato il testo usato in tutte le parrocchie per preparare i bambini ai sacramenti.

L’urna, che attualmente è nella basilica di San Pietro, in Vaticano, sarà trasportata per 545 chilometri con un mezzo preparato ad hoc per impedire che le vibrazioni possano danneggiarla e, dopo un giorno in cattedrale a Treviso, sarà accolta a Cendrole, località appena fuori Riese, che ospita il santuario mariano dove il giovane sarto sviluppò la sua fede. «Attendiamo almeno centomila pellegrini, anche dall’estero, visto che in Sudamerica, ma anche in Canada, la devozione per Pio X è molto presente», dice Matteo Guidolin, sindaco di Riese e presidente della Fondazione. «Egli ebbe molto a cuore gli immigrati, tanto che l’associazione “Trevisani nel mondo” lo ha riconosciuto come patrono», nota il sindaco. «Nella storia recente della Chiesa solo un’altra volta è stato organizzato il “ritorno a casa ” di un Papa. È accaduto a giugno 2018 nel Bergamasco: l’urna con il corpo di papa Giovanni XXIII ha attirato mezzo milione di devoti. Ci siamo ispirati a quell’evento per organizzare il nostro». Un momento che si configura come un vero e proprio itinerario della fede: il 6 ottobre l’urna con il corpo arriverà a Treviso e vi resterà fino al pomeriggio del 7, poi la partenza per Riese.

Cendrole, Santuario mariano, navata centrale (credits RG)

Dall’8 al 15 ottobre il centro città sarà chiuso al traffico in favore dei pellegrini. Il check-in sarà allestito presso la scuola primaria Sanson. Quindi ci sarà l’accoglienza spirituale nella chiesa parrocchiale: si potrà sostare davanti al fonte battesimale, dove Giuseppe Sarto fu battezzato il 3 giugno 1835, il giorno dopo la nascita. Dietro all’altare vi è l’arca che ha custodito il suo corpo dal 1914 al 1945 nelle grotte vaticane. A fianco, il calco in cera del volto e una serie di oggetti a lui appartenuti, tra cui il calice da Messa. Dopo i pellegrini potranno percorrere il sentiero del Curiotto che, dal centro del paese, porta al santuario di Cendrole (poco più di un chilometro e mezzo), dove potranno confessarsi e raccogliersi in preghiera davanti alle spoglie del santo, “respirando” la stessa devozione che lui nutriva per la Madonna. Da patriarca di Venezia egli scriveva, infatti, all’amico vescovo di Treviso, Andrea Giacinto Bonaventura Longhin: «Nelle ore più tristi e dolorose del mio ministero, vado con il pensiero all’immagine della Madonna di Cendrole: lì trovo conforto e sostegno».

Al ritorno ci sarà la possibilità di una breve visita alla casa natale, guidata da suor Marzia Daniel. «Mi preme sottolineare come i legami familiari abbiano caratterizzato la vicenda umana e spirituale di san Pio X. Fin che la mamma fu in vita, lui venne sempre a trovarla, anche da vescovo di Mantova, e si preoccupò di provvedere a sue spese a lavori di manutenzione. C’è un simpatico episodio che amo raccontare: il patriarca Sarto mostra alla mamma l’anello cardinalizio per farne notare la bellezza e lei gli dice: «Quell’anello è bello, ma se io non avessi avuto questo (la fede), tu non avresti avuto quello (perché non sarebbe nato, ndr). La sua casa, dunque, racconta i legami con la famiglia e anche con il territorio».

Cendrole, santuario mariano, dipinto di san Pio X (credits RG)

Cendrole, sentiero che dal centro del paese porta al santuario (credits RG)

Tra le celebrazioni, da evidenziare quella di apertura in cattedrale a Treviso, sabato 7 ottobre, alle 11, presieduta dal patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, con i vescovi del Triveneto; anche quella conclusiva al santuario delle Cendrole, domenica 15 ottobre, alle 15.30, presieduta dal segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, pure lui originario del Veneto. Inoltre, per chi volesse allungare l’itinerario della fede, la Peregrinatio continuerà nel seminario di Padova, dove sarto studiò, e a Venezia, con la conclusione solenne nelle basiliche di San Marco e della Salute.

© 2024 Testo e foto di Romina Gobbo

pubblicato su Credere – settembre 2023 – pagine 54, 55, 56, 57

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