50 anni di Caritas, l’impegno solidale dà più gusto alla vita

«Uno dei dati interessanti dell’era post Covid è che è cambiata la tipologia dei nostri volontari. Sono diminuite le persone più avanti negli anni, probabilmente perché si sentono più fragili, sono aumentate le
persone in età lavorativa, tra i 45 e i 65 anni. Questo ci dice che l’impegno solidale non è qualcosa
che abbracci solo quando vivi il vuoto del pensionamento, ma è un’attività che arricchisce e
rende la vita più gustosa». Così don Enrico Pajarin, direttore di Caritas vicentina, a poche ore dal
convegno che festeggerà i cinquant’anni dalla fondazione della realtà caritativa diocesana e i
venticinque dell’Associazione Diakonia (ente gestore dei suoi servizi-segno). Domani a partire
dalle 15, è in programma, al Centro diocesano “A. Onisto” di Vicenza, il convegno “50 anni di Caritas:
tra le persone, con le persone”. Con don Enrico e il vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto,
interverranno don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, e Paola Dal Toso, già presidente
nazionale della Consulta delle aggregazioni laicali, e docente di Storia della Pedagogia all’Università
di Verona. «Cinquant’anni di servizio sono un bel traguardo – riprende don Pajarin –. Il 18
dicembre 1973, il vescovo Arnoldo Onisto costituì la Caritas diocesana vicentina, da lui presieduta
direttamente. Con la professoressa Dal Toso cercheremo di capire, anche dal punto di vista
pedagogico, come l’attività di volontariato – nonostante le difficoltà – resti un elemento fondante
per la buona qualità di vita. Non dimentichiamo che l’obiettivo primario della Caritas, prima
ancora dell’aiuto concreto, è svolgere la funzione pedagogica di stimolo per le comunità cristiane
al fine che scoprano il senso e il dovere della carità. Con don Marco proveremo, invece,
a ripercorrere i pilastri fondamentali di questa storia di carità nata in seno al Concilio Vaticano
II». In tutta la rete Caritas diocesana, costituita da molte realtà parrocchiali, sono impegnati 2.500
volontari; un migliaio operano nei servizi gestiti da Diakonia; di questi, il 50% sono persone in
età lavorativa, un altro 20% sono under 40. Nel 2022, i volontari dei servizi diocesani hanno donato
49.700 ore, che sarebbero costate un milione, 95mila e 600 euro, se questi servizi fossero
stati svolti da stipendiati. «Oggi la povertà è multidimensionale (economica, abitativa,
lavorativa, educativa, energetica…). La nostra formazione permanente amplia le competenze
e mantiene pulite le motivazioni», conclude don Enrico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA 2023 Romina Gobbo

pubblicato su Avvenire – venerdì 22 settembre – pagina 16

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