(testo e foto di Romina Gobbo, consigliere Argav) Dove vai se il sabato mattina vuoi fare una gitarella fuori porta? A Vittorio Veneto, in provincia di Treviso. Al monastero cistercense dei santi Gervasio e Protasio in località San Giacomo di Veglia. Corre voce che le 18 monache producano il miglior nettare di Dio che si produce in Veneto: l’unico prosecco d’abbazia, rigorosamente Docg. E vorrei anche vedere. Se non qui, dove?
Il costo della vita è aumentato per tutti. Lo sa bene la madre badessa, suor Aline Ghannachi Pereira, 38 anni, laurea in Business Administration, brasiliana, occhi blu ben spalancati sul mondo, perché clausura non vuol dire morte civile. Accanto a lei, la priora, suor Maria Paola Dal Zotto, 74 anni a cui si deve la cura della vigna. Suor Aline, giovane d’età, entrata in convento a vent’anni, e il suo braccio destro, suor Maria Paola, giovane di vocazione, entrata in convento a cinquantadue anni, assieme ad altre sorelle, sabato 7 ottobre, hanno aperto le porte alla delegazione Argav, guidata da Fabrizio Stelluto, per raccontare la loro attività di produzione di vino. Non sarebbe stata possibile senza l’aiuto di Sarah Dei Tos, titolare de “La Vigna di Sarah”, brillante imprenditrice vitivinicola, che ha avviato esperienze originali, come la vendemmia notturna.

L’incontro tra Sarah e suor Aline è singolare. «Mi dicono che c’è una ragazza che mi aspetta al parlatorio – racconta suor Aline -. Vado, convinta che volesse “provare” il convento, non sapendo che aveva già due figli. Infatti, voleva solo conoscermi. Chiacchierando, le dissi che avevamo una vecchia vigna di glera, è cominciato tutto così, due anni fa. Oggi abbiamo un vigneto di 6.000 mq che produce circa 5.000 bottiglie l’anno. Se Dio vuole, conduce lui». Per chi non lo sapesse, l’ordine cistercense fu fondato nel 1098 in Borgogna, dal desiderio di Roberto di Molesme di tornare alla regola di san Benedetto e al lavoro manuale.
L’ora et labora dalle suore di Vittorio Veneto viene declinato in vari modi: aloe, oli essenziali, unguenti, miele, cera d’api, allevamento di conigli e poi rammendo per i conventi, produzione di ostie per le parrocchie, e l’orto, che curano assieme ai ragazzi con sindrome di down della cooperativa “Terra fertile”. Al monastero vittoriese, le cui origini risalgono al 1909, spiritualità e praticità non sono in contrapposizione. Le suore non possono uscire, mentre i loro prodotti sì, così come la loro storia che è giusto far conoscere.

Ma la giornata non è finita. È tempo di un bel tagliere e della degustazione dei vini della vitivinicola Barazza, nell’annesso agriturismo Borgo Portinor, in località Cappella Maggiore, alle porte di Vittorio Veneto. Accompagnata da Flavio Cilla e con la sorpresa dell’accoglienza della sindaca Mariarosa Barazza, la delegazione ha vissuto un momento magico per le papille gustative.
E vai di prosciutto, e vai di salame, e vai di formaggio, quattro passi sono d’obbligo. Il parco grotte del Caglieron, a Fregona, sempre nei dintorni della città medaglia d’oro al valor militare, è la meta ideale. Escursioni per tutte le gambe. Anche per quelle traballanti dopo il buon bere.
Il ritorno a Cappella Maggiore riserva ancora sorprese. Il laboratorio di vetro artistico di Elisa Cillo è un bijoux: vetrate personalizzate, sculture da parete, vasi, bicchieri, oggettistica. La chicca sono le piastrelle in vetro di Murano, meravigliosi inserti per i parquet. Così come chicche – ma di altro genere – sono i prodotti del mercato agricolo “La Mattarella”. Tutti i sabati, vento, pioggia, o neve, dalle 14.30 alle 17.30, i produttori locali vendono verdure formaggi, ma anche pane, olio, uova, miele e frutta di stagione. Tra questo ben di Dio – e così ritorniamo al protagonista della giornata – la gita Argav si conclude. Chi ha partecipato è stato soddisfatto, chi è mancato, ha commesso peccato. Da parte mia, coordinatrice della giornata, e cronista non per caso, è tutto.

© 2023 testo e foto di Romina Gobbo
pubblicato sul sito Argav – mercoledì 11 ottobre 2023


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