«Così restituiamo dignità alle vittime di tratta»

«Il “cuore in ascolto” è la chiave per accompagnare le persone vulnerabili», dice suor Abby Avelino, coordinatrice internazionale delle rete anti-tratta Talitha Kum. «Le storie dei sopravvissuti per noi sono sacre»

«Viviamo in un mondo in cui le relazioni umane sono valutate in base a ciò che le persone “hanno”, piuttosto che a ciò che “sono”. Quest’ultima dimensione viene spesso scartata e dimenticata, lasciando campo libero alla prima: per essere, devo avere, a ogni costo. Serve un cambiamento di paradigma nella
società e nella mentalità individuale». Nata a Tanauan, nelle Filippine, suor Abby Avelino, 58 anni, della congregazione delle suore Domenicane di Maryknoll, dallo scorso anno è coordinatrice internazionale di Talitha Kum, la rete internazionale contro la tratta di esseri umani e lo sfruttamento, che ha sede a Roma. Fondata nel 2009 dall’Unione Internazionale delle Superiori Generali (Uisg), la rete quest’anno celebra il quindicesimo anniversario dalla fondazione. Suor Abby ha una laurea in Ingegneria e da giovane ha lavorato come ingegnere meccanico. Poi, diventata missionaria, ha svolto una lunga attività in Giappone con le donne migranti, che subiscono abusi e vengono sfruttate come lavoratrici domestiche. «Arrivavano dall’Africa e dai Paesi Asiatici, molte di loro erano state ingannate dai trafficanti; è lì che ho cominciato a pensare di impegnarmi nel ministero anti-tratta. Abbiamo fondato Talitha Kum Giappone nel 2016, quindi sono stata nominata coordinatrice regionale per l’Asia», racconta.

«Mi chiamo Mariana, sono romena. A tredici anni sono stata violentata da un “branco”. Fu così orrendo che mi convinsi che l’unica possibilità per me fosse la prostituzione. Fui venduta dai trafficanti del mio Paese a un bordello spagnolo per trecento euro. Lì ho passato l’inferno. Sono stata con uomini di ogni età e aspetto, 24 ore al giorno, per cinque anni. Per loro eravamo solo pezzi di carne da usare». Come Mariana molte altre donne e ragazze sono rimaste intrappolate nelle maglie di fenomeni come lo sfruttamento sessuale, i matrimoni precoci e forzati, o lo sfruttamento lavorativo. Ma Mariana è riuscita a cambiare vita grazie all’intervento di Talitha Kum. «Le storie delle vittime e dei sopravvissuti per noi sono sacre. Camminiamo con loro. Diamo supporto, non solo fisico ed emotivo, ma anche spirituale», spiega suor Abby. «Favoriamo l’accesso alla giustizia, e invitiamo tutti a contrastare ciò che promuove e
sostiene la tratta di persone, denunciando l’arroganza e la violenza del potere economico-finanziario, quando agisce contro la dignità della persona. Nel 2022 il profitto generato dalla tratta ha superato i 150 miliardi di euro. Il lavoro di rete è fondamentale per costruire un mondo libero dalla tratta di esseri umani. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere e ha dei doni da gestire con profonda fede in Dio».

© 2024 Romina Gobbo

pubblicato su Credere – domenica 11 febbraio 2024 – pagg. 30, 31

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