Museo Diocesano più Battistero: a Padova è record

Il biglietto unico ha incrementato le presenze turistiche

Dai 3.500 visitatori all’anno di due anni fa, agli oltre 20mila di oggi. Il Museo diocesano di Padova ha “spiccato il volo”, complice l’introduzione del “biglietto unico Battistero della Cattedrale di Padova museo diocesano”. «Si tratta di una ricetta molto semplice: abbiamo messo insieme Museo e Battistero – spiega il direttore Andrea Nante –. Abbiamo, cioè, applicato la regola che vuole un sistema di cose vicine collegate per vasi comunicanti avere lo stesso beneficio condiviso. I due edifici si trovano in piazza Duomo e sono riconducibili alla diocesi. La sinergia ottimizza e fortifica l’immagine».

Ad attirare il pubblico (in questa fase perlopiù straniero) è soprattutto il Battistero romanico di San Giovanni Battista, inserito nel patrimonio Unesco, “i cicli affrescati del XIV secolo di Padova”. La decorazione pittorica custodita al suo interno rappresenta una delle più alte manifestazioni dell’arte italiana del Trecento. Nei prestigiosi ambienti del Palazzo vescovile ha sede il Museo diocesano, nato nella forma attuale in occasione dell’anno giubilare 2000 (dal 1973 esisteva una prima embrionale formulazione). Su una superficie di circa duemila metri quadrati, sono raccolti codici e incunaboli, preziose opere di pittura, scultura e oreficeria, paramenti sacri, provenienti da tutto il territorio.

«La formula del biglietto unico – sottolineano i responsabili di Kalatà, l’impresa culturale che da due anni gestisce l’accoglienza dell’intero complesso – ha consentito di raggiungere importanti risultati, accendendo ulteriormente la luce sul museo e le sue bellezze, mentre nello scenario nazionale si registra sofferenza per le collezioni diocesane, delle quali spesso non si conoscono l’importanza e il valore». «Il museo, con il suo Salone dei Vescovi, attualmente presenta al pubblico circa duecento opere di varia tipologia, alcune acquisite a seguito di specifiche campagne di studio e ricerca che ne hanno portato al recupero e al restauro – continua Nante –. Il percorso proposto al visitatore, tenendo conto della diversità ed eccezionalità dei linguaggi, segue criteri cronologici e tematici. Inoltre le opere più significative e talvolta quelle che saremmo portati a definire “capolavori”, come il ciclo di Nicoletto Semitecolo con la celebre Trinità (1367), la Madonna in trono con il Bambino di Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna, il Compianto su Cristo morto di Jacopo da Montagnana, sono accompagnate da approfondimenti ora accessibili tramite QRcode che saranno presto integrati da supporti per una fruizione il più possibile inclusiva, affinché tutti possano godere di questi luoghi». In piazza Duomo sorge anche la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta che, assieme agli altri due edifici, è testimonianza della ricca storia e della tradizione millenaria del cristianesimo a Padova.

© 2024 Romina Gobbo 

pubblicato su Avvenire – giovedì 31 ottobre 2024 – pag. 23

Lascia un commento