Baggio consacrato vescovo «Aiutatemi a essere servitore»

La cerimonia, sabato 11 gennaio, nella chiesa parrocchiale di Bassano del Grappa

«Lascia che lo Spirito Santo agisca sempre in te, facendo della tua esistenza un prisma attraverso il quale la luce di Dio si diffonda sul mondo». Steso sulla navata in segno di fiducioso abbandono e di umiltà, il cardinale Fabio Baggio (ha ricevuto la porpora cardinalizia il 7 dicembre 2024) ascolta le parole del Prefetto del Pontificio Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrato, cardinale Michael Czerny, che ieri pomeriggio ne ha presieduto la celebrazione di ordinazione episcopale, nella chiesa parrocchiale della SS. Trinità di Bassano del Grappa, diocesi e provincia di Vicenza. Nel momento più solenne padre Baggio – come ama farsi chiamare – si è prostrato davanti all’altare, quell’altare che rappresenta il luogo della comunicazione tra la terra e il cielo e, quindi, per estensione, il Cristo stesso, autentico punto di incontro dell’umanità e della divinità. Una cinquantina i concelebranti tra scalabriniani (tra cui il superiore generale, padre Leonir Mario Chiarello), e sacerdoti, con consacranti principali il cardinale Silvano Tomasi, scalabriniano come Baggio, e il vescovo di Vicenza, monsignor Giuliano Brugnotto.

Tra i momenti particolari della liturgia di ordinazione: l’invocazione dello Spirito Santo, la presentazione dell’eletto, i suoi impegni, in modalità dialogante con il celebrante, le litanie dei santi, l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione. E poi i segni: l’unzione crismale, la consegna del libro del Vangelo, «per annunciare la grandezza di Dio», dell’anello «per custodire la Santa Chiesa sposa di Cristo», della mitra «risplenda in te il fulgore della santità», e del pastorale, «segno del tuo ministero di pastorale. Abbi cura di tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come vescovo a reggere la Chiesa di Dio». È stato il cardinale Czerny a presiedere ai riti, spiegandone il significato. Dopo, padre Baggio, ora vescovo, con gli occhi lucidi, ha ricevuto l’applauso dell’assemblea e ha accolto l’abbraccio degli altri celebranti. L’ultima parte della celebrazione, ha visto il saluto del vice sindaco di Bassano, Mariano Scotton, e di suor Alessandra Smerilli, segretaria del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrato, della cui sezione Migranti e rifugiati è sottosegretario il vescovo Baggio.

A lui le parole finali: un ringraziamento a tutti per «questa meravigliosa celebrazione». E un saluto a quanti «hanno segnato le tappe della mia vita. Ho voluto tornare a Bassano per questa ordinazione come ritorno alle origini, perché qui nasce, non soltanto la vita, grazie ai miei genitori, ma anche la vita di fede. Sono stato tante volte all’estero, ma il mio cuore continua a palpitare per questa città, che ogni volta che ritorno, trovo più bella. Ma mi è molto cara anche la vicina Belvedere di Tezze sul Brenta, dove i miei genitori a un certo momento sono andati a vivere. Infatti ho voluto qui oggi proprio il coro di Belvedere, nel quale cantano parenti e amici». Infine, rivolto all’assemblea, ha detto: «Continuate ad accompagnarmi con la preghiera come avete fatto in questi. Ne ho tanto bisogno. Non dobbiamo mai dimenticare che il mandato del Santo Padre è essere servi al servizio di Dio». Parole che in qualche modo riflettono il motto dello stemma vescovile di Baggio, ispirato all’ultimo versetto del Salmo 16: “Notas mihi facies vias vitae”, ovvero “Mi indicherai il sentiero della vita”.

© 2025 Romina Gobbo 

pubblicato su Avvenire – domenica 12 gennaio 2025 – pag. 15

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