Un ponte sul lago Vittoria porta d’oro per l’est Africa

Il Kigongo-Busisi Bridge è ormai pronto per essere inaugurato

La sala d’attesa all’imbarco di Mwanza, in Tanzania, è sempre congestionata. Per salire a bordo dei traghetti che attraversano l’omonimo Golfo sul lago Vittoria, servono almeno due ore di coda. Non c’è dubbio della necessità di un ponte che colleghi Kigongo, nel distretto di Misungwi, a Busisi, nel distretto di Sangerema. Il traffico fluviale è diventato eccessivo. Questo rallenta, non solo la mobilità delle persone, ma anche quella delle merci, in una zona – regioni di Mwanza, Geita, Mara e Kagera – di rilievo per il Pil nazionale. In questo territorio c’è un’alta produzione di caffè, cotone, tè, tabacco, ma si estrae anche l’80% dell’oro che poi viene esportato. D’altro canto, la flotta è piuttosto obsoleta. Nel 2018 l’affondamento del traghetto Nyerere, sovraffollato e con un carico di molto superiore a quello consentito, provocò oltre 200 morti. Fatto sta che il Kigongo-Busisi
Bridge ormai è cosa fatta, concluso a ottobre 2024. Iniziato a dicembre 2019, per volere del presidente John Pombe Joseph Magufuli, grande sostenitore della necessità dello sviluppo infrastrutturale, quello che si configura come il ponte più lungo dell’Africa orientale e il sesto più lungo del continente, è stato re-intitolato proprio all’ex capo di Stato, scomparso nel 2021.

Già supervisionato dalla presidente Samia Suluhu Hassan, dovrebbe essere aperto entro fine aprile. Costato 300 milioni di dollari, interamente
finanziati dal governo, fa parte della strada statale tanzaniana T4. Lungo 3,2 chilometri (circa 2 miglia), e largo 28,5 metri, ha quattro corsie (due di andata e due di ritorno) progettate per una velocità di 120 km/h, ha percorsi pedonali larghi 2,2 metri su ciascun lato e un parcheggio di emergenza. Se il traghetto può trasportare 1.600 automobili nell’arco di 24 ore, una volta che il ponte sarà aperto, saliranno a oltre 10.000, secondo la Tanzania National Roads Agency (Tanroads), cioè l’autorità nazionale tanzaniana responsabile della gestione e dello sviluppo di strade e aeroporti. Intervistato dal «Daily News», l’ingegnere Paschal Ambrose, responsabile regionale di Mwanza per la Tanroads, ha detto: «Il ponte ridurrà il tempo di percorrenza da oltre trenta minuti in traghetto a circa quattro minuti in auto, diminuendo i costi di trasporto del 10-15% e aumentando il potenziale commerciale della regione, ma anche facilitando i collegamenti con i Paesi limitrofi senza sbocco sul mare, come Ruanda, Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Burundi».

Le due aziende costruttrici – la China Civil Engineering Construction Group (CCECG) e la China Railway 15th Bureau (CR15B) – hanno impiegato oltre 1.550 lavoratori, tanzaniani e non; nuovi posti di lavoro, diretti e indiretti, si apriranno in settori come trasporti, logistica, commercio e servizi. Il piano per l’anno finanziario 2024-2025 prevede parecchi progetti, tra cui la costruzione della ferrovia a scartamento standard (in particolare la tratta Mwanza-Isaka, completata al 60%), aeroporti, alloggi per dipendenti pubblici, edifici governativi, nuovi traghetti con le relative stazioni di attracco e la ristrutturazione della flotta esistente, e strade, come la tangenziale esterna della capitale Dodoma. Ma anche l’infrastruttura per il sistema di trasporto rapido tramite autobus (BRT) a Dar es Salaam, che coprirà 130 km e servirà il 90% della popolazione, riducendo il congestionamento urbano e l’inquinamento atmosferico. Il ponte di Pangani, e diversi altri ponti in varie regioni sono in diverse fasi di costruzione. «Tutto ciò – ha detto il ministro dei lavori pubblici Innocent Bashungwa – è in linea con la Tanzania Development Vision 2025, che pone l’accento sul miglioramento dell’accessibilità e delle infrastrutture in tutto il Paese, e con il Manifesto elettorale 2020-2025 del partito al governo, Chama Cha Mapinduzi (in lingua swahili, Partito della Rivoluzione)».

© 2025 Romina Gobbo 

pubblicato sul Giornale di Brescia – martedì 15 aprile 2025 – pag. 9

https://www.giornaledibrescia.it/opinioni/ponte-lago-vittoria-africa-tanzania-gvl5sbqe

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