Dal governatore generale del Belize al re del Lesotho passando dal presidente dell’Estonia
«Verranno da Oriente e da Occidente, verranno da ogni parte della terra», dice san Matteo. E così è stato ieri mattina a Roma, per le esequie di papa Francesco, il pontefice che ha illuminato «l’ultimo miglio». Tra via della Conciliazione e piazza San Pietro, a partire dalle 5 del mattino – ma
c’è anche chi vi ha trascorso la notte -, si è davvero raccolto in preghiera il mondo intero: le stime registrano 250mila fedeli e oltre 200 delegazioni; in bianco i religiosi, in nero i leader politici, variopinto il popolo della Chiesa. La diretta in 15 lingue parlate e 4 dei segni, altra iniziativa fondamentale di una Chiesa che vuole essere universale. Importante la presenza del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula, con il quale papa Francesco ha mantenuto un rapporto costante, e la cui partecipazione rappresenta una rinnovata dignità del Sudamerica, una parte del mondo che il pontefice ha sempre difeso, condannando lo sfruttamento al quale è sottoposta dalle multinazionali. In questo senso, il segno più concreto fu il Sinodo dei vescovi per la regione pan-amazzonica che si svolse in Vaticano nell’ottobre 2019. Ha partecipato anche Froyla Tzalam Mendez, governatore generale del Belize, Paese sudamericano che, grande come la Lombardia, ha la più grande foresta pluviale tropicale americana dopo l’Amazzonia: la foresta Maya, acquistata dalle organizzazioni ambientaliste per preservarla dalla deforestazione. Un progetto in pieno stile bergogliano. Ancora in piena tragedia terremoto, con quasi 4.000 morti, 5.000 feriti e 40mila persone senza casa, il Myanmar si è fatto presente con l’ambasciatore in Italia, Yaron Hmway Khyne. Tanti i rappresentanti dei Paesi di confessione prevalente islamica: Iran, Qatar, Marocco, Stati Arabi Uniti, Egitto. Il «Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune» firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi con Ahmad al-Tayyib, Grande imam di al-Azhar, università del Cairo, resta una pietra miliare per quanto concerne il rapporto con il mondo islamico sunnita e, in nuce, anticipa il contenuto dell’enciclica «Fratelli tutti». Ma Bergoglio in occasione del suo viaggio apostolico in Iraq nel 2021, volle dialogare anche con l’islam sciita. Altra presenza significativa quella di re Abdullah II Ibn Al-Hussein di Giordania, con la moglie, la regina Rania. Quest’ultima, lo scorso 3 febbraio, aveva partecipato in Vaticano al Giubileo sui Diritti dei Bambini, evento fortemente voluto da papa Francesco. La Giordania, che custodisce luoghi biblici di straordinaria importanza, il 24 maggio 2014 fu la prima tappa del suo pellegrinaggio in Terra Santa. Dalla martoriata Palestina, per la quale la preghiera di papa Francesco si è elevata incessantemente, è giunto il primo ministro Mohamed Mustafa.
Dall’Estonia, Paese dove l’80% della popolazione dichiara di non praticare alcuna religione, è arrivato il presidente Alar Karis.
Dall’Africa. Oltre trenta delegazioni in rappresentanza di altrettanti Paesi sono arrivate dall’amato continente africano. Tra gli altri, Faustin Archange Touadera, presidente del Centrafrica, nella cui capitale Bangui, il 29 novembre 2015 papa Francesco aprì la Porta Santa, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia. Era la prima volta nella storia che un Anno Santo non veniva inaugurato a San Pietro. Félix Antoine Tshisekedi, presidente della Repubblica Democratica del Congo, dove Bergoglio, nella sua visita del 2023, non usò mezzi termini: «Giù le mani dal Congo, giù le mani dall’Africa! Non è una miniera da sfruttare» gridò da Kinshasa. Joao Manuel Goncalves Lourenco, presidente dell’Angola, stretta da mesi nella morsa di un’epidemia di colera. Andry Rajoelina, presidente del Madagascar, uno dei Paesi più poveri al mondo. E Letsie III, re del Lesotho, Paese sconosciuto ai più, balzato recentemente agli onori della cronaca perché gli Usa vi volevano imporre una tassa del 50% sulle importazioni.
© 2025 Romina Gobbo
pubblicato sul Giornale di Brescia – Primo Piano – domenica 27 aprile 2025 – pag. 9


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