Le Metamorfosi senza tempo di Palazzo Te

Restauri, concerti e nuovi allestimenti: la città lombarda rende omaggio a uno dei suoi gioielli. «La sua utopia rinascimentale ci parla ancora oggi», dicono i curatori

Cinquecento anni splendidamente portati. Palazzo Te, la villa rinascimentale collocata nell’area meridionale della città di Mantova, in occasione del compleanno, si è rifatto il look riallestendo le magnifiche sale introduttive. Costruito tra il 1524 e il 1534, fu commissionato dal marchese Federico II Gonzaga all’architetto e pittore italiano Giulio Romano. Fino al 29 giugno l’edificio è stato impreziosito dai dipinti della mostra Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, ideata “in dialogo” con gli affreschi per enfatizzare la forza immaginifica dello straordinario percorso monumentale. Importanti prestiti sono arrivati dai musei del Louvre di Parigi, Albertina di Vienna, Prado di Madrid, dalla Galleria Borghese e dagli Uffizi. Le opere di Giulio Romano e di altri maestri, come Tintoretto, Correggio, Jacopo Zucchi, Peter Paul Rubens, Nicolas Poussin, fino al contemporaneo Giuseppe Penone, sono in perfetta armonia con le sale, a partire ovviamente dalla Camera di Ovidio e delle Metamorfosi, passando per la Sala dei Cavalli, e la famosissima Camera di Amore e Psiche.

«Nei versi straordinari che aprono le Metamorfosi, Ovidio enuncia il percorso del poema: dal caos al cosmo, dalla frammentazione dei corpi alla trasformazione del Tutto», spiega la curatrice della mostra Chiara Cieri Via. «Questo stesso racconto attraversa gli ambienti di Palazzo Te, dalle origini alla dimensione temporale, dalla hybris dei mortali alla conseguente punizione da parte degli dei, fino alla loro supremazia assoluta che trova espressione nella caduta dei Giganti, in omaggio all’imperatore Carlo V. La metamorfosi coinvolge la vita degli esseri umani, ma anche degli animali e delle piante, fino ad arrivare a processi di ibridazioni, deformazioni, cambiamenti di status che Giulio Romano qui mette in scena. Pertanto, non poteva che essere la metamorfosi il tema giusto per celebrare l’anniversario di questo luogo le cui pitture, decorazioni e linguaggi architettonici sono ricchi di rimandi letterari e mitologici». Nonostante la complessità del tema, l’interesse del pubblico è elevato, visto che, quest’anno, l’anno del cinquecentenario, sono già state registrate oltre 45mila presenze.

«Leggendo le recensioni e parlando con le guide, ho capito quanto il pubblico sia in grado di mettere a fuoco i concetti di fondo. Il rapporto tra caos e cosmo, cioè il tentativo di porre ordine e di controllare, è un tema oggi molto forte. Altri temi trattati sono la superbia, la punizione, la ciclicità del tempo. Anche la natura è ben presente. Penso che in un momento storico così complicato come l’attuale, il pubblico voglia ragionare su valori alti». «Cinquecento anni fa due giovani uomini, il venticinquenne Gonzaga e il trentenne Romano, lasciano scaturire un’utopia artistica e politica, destinata a cambiare la storia dell’architettura e della pittura», commenta il direttore della Fondazione Palazzo Te, Stefano Baia Curioni. «Questo edificio è una spettacolare macchina scenica e teatrale, composta da un sistema preciso di rimandi tra architettura, scultura, pittura, letteratura, mitologia, fantasia e scienza. Qui gli dei sono o sembrano a portata di mano nella loro intimità: amori, avventure, battaglie, paure e vittorie, illusione, gioco, utopia». Culmine delle celebrazioni sarà, a ottobre, l’installazione, sempre ispirata al tema delle Metamorfosi, ma in chiave contemporanea, dell’artista britannico Isaac Julien. Con la curatela di Lorenzo Giusti, l’opera sarà allestita negli spazi restaurati delle Fruttiere. Altro accurato intervento riguarda il soffitto ligneo della Camera di Amore e Psiche, vero e proprio capolavoro dell’arte cinquecentesca.

La programmazione include un fitto calendario di concerti di musica classica e contemporanea, performance teatrali, spettacoli di danza, reading, residenze per artisti e lavoratori didattici, sempre declinati sul tema delle Metamorfosi. Come si spiega il fascino della mitologia? «Con il suo andare oltre la storia, oltre la quotidianità – conclude la dottoressa Cieri -. È un mondo affascinante, perché la favola è affascinante, ed è maestra di vita, perché non si tratta di una “favoletta” che serve per evadere, bensì di un racconto che fa riflettere e fa superare le categorie ovvie del bello, del brutto, del cattivo o dell’atroce».

© 2025 Romina Gobbo 

pubblicato su Famiglia Cristiana – domenica 29 giugno 2025 – pagg. 64, 65, 66

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