Lavoro minorile, guerre e clima: i diritti negati dei bambini

Se esigiamo beni di consumo a basso costo, dobbiamo sapere che c’è chi paga per noi. Nelle fabbriche tessili di Bangladesh, Cambogia e Vietnam, tantissimi minori lavorano per 4 euro al giorno, con turni estenuanti e situazioni igienico-sanitarie precarie. Nelle concerie di India e Brasile, l’esposizione alle esalazioni dei prodotti tossici è una costante. Solitamente di mezzo ci sono le multinazionali che appaltano il lavoro e ditte locali le quali a loro volta lo subappaltano a ditte più piccole. Per le famiglie è respirare. La povertà non permette di essere schizzinosi. Spesso sono gli stessi genitori a mandare i figli piccoli a servizio nelle famiglie benestanti, perché poco è meglio di niente.

Se continuiamo a depredare i Paesi ricchi di risorse naturali come la Repubblica Democratica del Congo, non possiamo poi metterci a piangere davanti alle foto dei bambini che lavorano nelle miniere di coltan o che si spaccano la schiena spaccando sassi, per produrre materiale edile. Ma la povertà non è solo economica, è anche umana, perché ancora troppi bambini/e e adolescenti nel mondo non studiano. Chi perché deve, appunto, lavorare. Chi per imposizione.

Se legittimiamo un regime come quello talebano al potere in Afghanistan, legittimiamo anche il fatto che le bambine non possano andare a scuola, o praticare sport. Se l’altro/altra continua a essere inferiore a noi, allora possiamo prendere un aereo verso il Kenya, piuttosto che Capo Verde o Thailandia, per soddisfare i nostri appetiti sessuali, e poi tornare a casa continuando a guardare negli occhi i nostri figli.

Se la nostra economia deve basarsi sulla guerra permanente, noi stiamo accettando che generazioni di bambini nascano, vivano e, ovviamente, muoiano sotto le bombe. Ma anche che siano ingaggiati per combattere: oltre 100mila, dal 2005 al 2022, secondo le stime dell’Unicef. I bambini sono più manipolabili degli adulti, costano poco, e vengono prelevati dalle famiglie delle classi sociali più emarginate, oppure direttamente dalla strada. A volte scelgono autonomamente di arruolarsi per difesa personale: circondati dalla violenza, si sentono più al sicuro con un’arma in mano.

Se continuiamo a negare l’emergenza climatica, e a blaterare di transizione energetica senza mai assumere impegni seri, ancora una volta a pagare le conseguenze di eventi climatici distruttivi saranno i più piccoli. Secondo un report di Save the Children, se la temperatura continuerà a innalzarsi, sempre più bambini dovranno affrontare un’esposizione senza precedenti al caldo estremo. E, allora, di che cosa stiamo parlando?

Dal punto di vista delle «carte» non ci facciamo mancare nulla. Il 18 novembre era la Giornata europea per la protezione dei minorenni contro lo sfruttamento e l’abuso sessuali, lo scorso 12 giugno quella contro il lavoro minorile nel mondo. Oggi, 20 novembre, è la Giornata mondiale dei diritti dei bambini e delle bambine; la data coincide con il giorno in cui l’Assemblea Generale Onu adottò la Dichiarazione dei diritti nel fanciullo (1959), e la Convenzione sui diritti del fanciullo (1989). Quest’ultima riconosceva, per la prima volta nella storia, che i bambini sono soggetti aventi diritti civili, sociali, politici, culturale ed economici. È il trattato sui diritti umani più ratificato al mondo, con ben 196 Paesi firmatari.

Ben vengano i documenti e le iniziative di sensibilizzazione, ben vengano pure i numeri che a noi giornalisti piacciono tanto – nel mondo, oltre 333 milioni di bambini e adolescenti vivono in condizioni di povertà estrema –, ma ricordiamoci che dietro quei numeri ci sono persone. E io le parole di Ferzana, 13 anni, afghana: «Mi sento così triste quando vedo i ragazzi andare a scuola. Vorrei essere maschio, così potrei continuare a frequentare le lezioni, studiare e giocare con i miei amici», non vorrei doverle più sentire.

© 2025 Romina Gobbo 

pubblicato sul Giornale di Brescia – Opinioni – giovedì 20 novembre 2025

https://www.giornaledibrescia.it/opinioni/lavoro-minorile-guerre-e-clima-diritti-dei-bambini-i5aschws

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