G20, Usa-Sudafrica e una crisi che minaccia il dialogo globale

Il Sudafrica non sarà invitato a partecipare al vertice del G20 (Group of Twenty) che si terrà il prossimo anno a Miami, in Florida. Lo ha annunciato il presidente Donald Trump, motivando l’esclusione con parole pesanti: “Il Sudafrica ha dimostrato al mondo intero di non essere un Paese degno di essere membro, e interromperemo immediatamente tutti i pagamenti e i sussidi a suo favore”. Si tratta dello step successivo alla mancata presenza degli Usa al vertice del fine settimana scorso a Johannesburg. Continua, dunque, il braccio di ferro tra gli Usa e il Sudafrica, iniziato dopo che Trump aveva accusato il governo sudafricano prima di «discriminazione razziale», poi di «genocidio bianco» ai danni della minoranza Afrikaner, inserendo nella lista nera gli inviati sudafricani e negando loro il visto diplomatico. Accuse respinte al mittente dal presidente Cyril Ramaphosa, che si gode l’esito del vertice appena concluso nella capitale finanziaria sudafricana, il primo in un Paese africano. In un centro espositivo nei pressi della famosa township di Soweto, un tempo dimora del leader post-apartheid Nelson Mandela, si sono riuniti leader e alti funzionari governativi di 42 Paesi.

Dai lavori è scaturito un documento in 122 paragrafi intitolato G20 South Africa Summit: Leaders’ Declaration. «Questa dichiarazione è una significativa conferma del valore del multilateralismo e della necessità del dialogo. Vi sono delineate le azioni di vasta portata che abbiamo concordato per costruire un mondo migliore, più equo e sostenibile», ha detto Ramaphosa, per nulla intimorito dal fatto che Trump abbia già dichiarato che gli Usa non riconosceranno alcun documento. «Siamo davvero soddisfatti – ha aggiunto il ministro sudafricano delle Relazioni internazionali e della Cooperazione, Ronald Lamola – di questa dichiarazione progressista che rivoluzionerà il modo in cui il Sud del mondo partecipa e gioca un ruolo nell’economia globale».

La dichiarazione del G20 impegna le principali economie ad affrontare la disuguaglianza globale, a riformare i sistemi finanziari internazionali per alleviare la pressione del debito sui Paesi in via di sviluppo e a promuovere una crescita inclusiva del Sud del mondo. Si afferma, poi, che l’organizzazione lavorerà per la risoluzione dei conflitti armati in Sudan, nella Repubblica Democratica del Congo, nei Territori Palestinesi Occupati e in Ucraina. Dopo aver ricordato come l’aumento dei disastri su larga scala contribuisca ad aggravare povertà e disuguaglianze in Paesi già provati, il documento pone l’accento sulla necessità del contrasto al cambiamento climatico, con la difesa degli Accordi di Parigi, l’impegno alla transizione verso le energie rinnovabili, e gli investimenti sulla finanza verde. Temi in netto contrasto con le esternazioni trumpiane secondo le quali il riscaldamento globale non è causato dalle attività umane.

Il vertice di Johannesburg è stato l’atto finale di Presidenza di Pretoria, iniziata il 1° dicembre 2024, e che ha ora ceduto il passo proprio agli Stati Uniti, anche se non in maniera ufficiale perché all’annuncio di Trump di mandare un proprio inviato, il Sudafrica ha risposto che «non consegnerà la presidenza a un funzionario di basso livello; sarebbe una violazione del protocollo». In conclusione di vertice, il presidente Ramaphosa ha ringraziato tutti i partecipanti: «In Sudafrica, parliamo dello spirito di Ubuntu. Ci insegna che il progresso non è un’attività solitaria, ma uno sforzo condiviso. Che la nostra forza risiede nella nostra comune umanità. Questo spirito ha guidato la nostra Presidenza. Come Sudafrica abbiamo cercato di porre saldamente lo sviluppo dell’Africa nell’agenda del G20. Lo abbiamo fatto, non solo perché questa è la prima volta che il G20 si tiene in Africa, ma perché il successo dell’Africa è fondamentale per il progresso e la prosperità in tutto il mondo».

© 2025 Romina Gobbo 

pubblicato sul Giornale di Brescia – Commenti e Opinioni – mercoledì 3 dicembre 2025 – pag. 7

https://www.giornaledibrescia.it/opinioni/g20-usa-sudafrica-crisi-minaccia-dialogo-globale-h128cvd9

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