Ivano Fantin e Michela Modolo dal 1996 coordinano, a livello regionale, una decina di Comitati che si occupano di viaggi dei bambini bielorussi in Italia, nell’ambito del “Progetto Chernobyl” di Legambiente. Il progetto riguarda la regione di Brest; il coordinamento veneto, in particolare, si occupa dei bambini di Luninetz. Tale progetto è articolato in tre fasi: la vacanza terapeutica in Italia; il monitoraggio sul luogo (vedi intervista al dottor Tosti Balducci); l’accoglienza dei bambini in zone incontaminate della Bielorussia. «Attualmente organizziamo soggiorni nella zona dei laghi sopra Minsk. Ci pare la soluzione migliore. Poter organizzare soggiorni in loco permetterebbe a più bambini di fare questa esperienza, perché meno onerosa dal punto di vista economico, ed eviterebbe loro un viaggio a 2.500 chilometri da casa». I soggiorni terapeutici in loco sono attuati anche dalle Caritas Greco-Cattolica e Romano-Cattolica. La prima, in collaborazione con le Caritas diocesane di Tryskavets e Kyiv, ha organizzato un programma di vacanze per bambini in un campo chiamato “Svitanok” (alba), situato in un’area ecologicamente pulita ai piedi delle montagne Carpathin, ad ovest dell’Ucraina. La seconda, con un contributo di Caritas italiana, già da sette anni sostiene progetti per la riabilitazione dei bambini nel loro territorio. All’inizio, ha preso in affitto alcuni centri di riposo, successivamente ne ha costituiti di propri: la “Compagnia dei bambini” in Yablunytsia, sui Carpazi; il centro di Vorzel, vicino a Kiev; Zarechany e Olexandrivaka, funzionanti solo d’estate.
© 2003 – Romina Gobbo
pubblicato su La Voce dei Berici – Primo Piano – domenica 23 febbraio 2003 – pag. 3