La festa dovrebbe essere omaggio

8 marzo. Ci risiamo. Ma ha ancora senso festeggiare questa data? Mi è stato chiesto di rappresentare il punto di vista delle donne tramite questa rubrica. Prima uscita a marzo. Non potevo certo ignorare la concomitanza con la “nostra festa”. Ma come parlarne senza cadere in discorsi retorici e ovvietà? Le opinioni si sprecano. E’ meglio dire che la festa delle donne è necessaria, perché la cronaca registra un crescendo della violenza, dentro e fuori le mura domestiche? E’ necessaria perché solo il 46% delle donne italiane lavora, sono sottopagate rispetto ai colleghi maschi e difficilmente raggiungono posti di potere. O ancora, perché il numero delle candidate alla carriera politica è così esiguo che periodicamente si ripropone la questione delle “quote rosa”. Oppure è meglio concordare con chi dice che questa festa non ha più ragione d’essere, perché la donna – perlomeno in Occidente – ha raggiunto la parità. E come collochiamo veline, letterine, schedine…: tutta coscia e poco talento? Ma siamo nel mese dedicato all’altra metà del cielo. Allora nei salotti televisivi non si può non discutere della condizione femminile. Peccato che vi partecipino soltanto le cosiddette vip sul cui bilancio familiare la retta dell’asilo incide molto meno dell’estetista; dai dibattiti restano escluse casalinghe, operaie, insegnanti e impiegate. Che alle elucubrazioni sui massimi sistemi preferiscono soluzioni pratiche a problemi quotidiani. Insomma, quelle alle quali basterebbe poter entrare al lavoro mezz’ora dopo per riuscire ad accompagnare il figlio a scuola. Infine, come dimenticare l’aspetto per alcune “ludico”, per altre patetico? La donna dà il peggio di sé in discoteca, proprio là, dove l’8 marzo propongono lo strip maschile. Insomma, festa o non festa? Se festa significa omaggio, e sia. Se significa rivendicazione, vuol dire che il cammino per l’emanicpazione è ancora lungo. Se necessitiamo di una festa per ribadire la parità con gli uomini, significa che noi per prime ci poniamo in uno stato subalterno. Se festa della donna fa rima con ristorante, gioielli e fiori… su questo giudicate voi.

© 2008 Romina Gobbo 
pubblicato su Corriere Vicentino – anno IX – n. 3 – Marzo 2008

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