Francesco (è un nome di fantasia), trent’anni, lascia la moglie e due figli. Glielo dice con un sms. Poi scompare. E’ un caso limite, ma sono in aumento i maschi che ricorrono al breve messaggio di testo per rompere con la partner. Lo rivela una ricerca dell’Istituto di terapia cognitivo-interpersonale di Roma. Da qualche anno ormai il telefonino ci fa da rubrica, da agenda e da sveglia. Conserva ricordi, numeri, appuntamenti, immegini. La novità è che oggi è protagonista anche della nostra vita sentimentale. Nel bene e nel male. Il cellulare vibra e gli amori iniziano, si consolidano e scoppiano. Allora ti aspetti un “tesoro, cosa vuoi fare per cena?” e ti becchi un “è finita, mi dispiace”, “scusa, ma ho bisogno di tempo, non è per te, è per me”. Senza contare i matrimoni che saltano a causa di un sms dal mittente non identificato. Sarebbe interessante che le compagnie telefoniche tra i modelli di messaggio, a fianco del “ti amo”, inserissero il “ti lascio”. Una frase secca, che non lascia spazio a dubbi. D’altra parte, è evidente che un uomo ha meno voglia di inventare formule originali da digitare quando ti sta lasciando che quando ti sta amando. La tecnologia ci sta cambiando la vita. La coppia nasce e poi scoppia anche tramite la rete. Su un campione di 1.713 utenti di posta elettronica, l’8% degli uomini e il 6% delle donne hanno raccontato di aver interrotto una relazione con una mail (fonte Google). Arrivi in ufficio la mattina, lampeggia il logo della posta, corri ad aprire speranzosa. Forse lui è diventato così rimantico da mandarti un bacio virtuale. Invece, ricevi un “tanto non sarebbe durata comunque”, “ti amo, ma non riesco a rinunciare alla mia libertà”, “non ce la faccio, mi dispiace”, “ci stiamo facendo del male”. Incassi, ma ti viene un travaso di bile nel pensare che la mail il “bastardo” possa averla fatta scrivere alla segretaria. Quale che sia la modalità, il risultato è sempre lo stessO. quello se ne va, ti molla. Sparisce nel nulla, come gli uomini fanno da sempre, da prima dei fax, delle mail, degli sms, dei post e anche della carta da lettera.
© 2008 Romina Gobbo
pubblicato su Corriere Vicentino – anno IX – n. 6 – Giugno 2008