
Romina Gobbo, Carmen Lasorella
Venticinque anni fa, gli iscritti all’elenco professionisti dell’Albo dei giornalisti del Veneto erano 372, di cui 25 donne. Più corposa risultava la presenza femminile nell’elenco pubblicisti: su 1.534 iscritti, le colleghe ammontavano a 176, ovvero il 10,77%. I praticanti erano 35, di cui 7 colleghe, ovvero il 20%. Un quarto di secolo dopo, la presenza delle donne nella professione è davvero corposa: tra i professionisti le signore sono ben 318 (su 1.043, ovvero il 30,5%); tra i pubblicisti 1.136 su 3.591, ovvero il 31,6% della categoria. Da questi dati è partita la tavola rotonda “Il giornalismo si fa con le scarpe… meglio se hanno i tacchi”, svoltasi il 16 ottobre 2009, nell’Areopago del Centro culturale San Paolo a Vicenza, per iniziativa del settimanale diocesano La Voce dei Berici, e con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto. Il convegno, che si è posto nell’ambito degli incontri periodici dei settimanali diocesani del Triveneto, ha voluto porre l’accento sull’esperienza giornalistica declinata al femminile. Dai tempi in cui alcune professioni erano prerogativa maschile, si è passati, in questi ultimi anni, a una qualificata partecipazione di donne, avvalorata da una reale dimostrazione di capacità e preparazione. Si è trattato i un passaggio non abbastanza sottolineato nel corso degli anni, considerato il significativo apporto che la donna dà in termini di sensibilità e concretezza per la corretta lettura dei fatti. La tavola rotonda, perciò, si è posta come momento di riflessione e approfondimento sulla crescente presenza femminile nella realtà italiana dell’informazione e in particolare in quella della stampa cattolica. Per questo motivo al tavolo dei relatori si è scelto di dar spazio a voci di donne: alla giornalista Carmen Lasorella, già inviata del TG2 in luoghi di crisi internazionali come il Golfo Persico, l’Africa Orientale, il Medio Oriente, l’America Latina, e oggi direttrice di San Marino RTV, e a quella di Fabiana Martini, direttrice di Vita Nuova di Trieste (una delle pochissime donne alla guida di un settimanale diocesano). È toccato a Claudio Baccarin, segretario dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, portare il punto di vista maschile.
Il dibattito è stato introdotto dal nuovo direttore della Voce dei Berici Lauro Paoletto, insediatosi all’inizio di settembre; ha moderato Romina Gobbo, caposervizio della Voce. Va detto che, per quanto riguarda la Federazione italiana settimanali diocesani, la situazione è di sei direttrici donne su 168 testate diocesane; una direttrice dell’Agenzia giornali diocesani del Piemonte; una donna a capo dell’ufficio stampa del Patriarcato di Venezia; due delegate al Consiglio nazionale della Federazione. Al dibattito ha fatto seguito un reading di parole, musica e immagini, “Penne acute e voci scomode”, con l’interpretazione di brani tratti da articoli, reportage e scritti vari di Elisa Salerno, Oriana Fallaci e Ilaria Alpi. L’intrattenimento è stato curato dall’attrice e doppiatrice Franca Grimaldi.
La tavola rotonda si inserisce nel più ampio progetto che il settimanale diocesano vicentino sta elaborando per aprirsi maggiormente al territorio. Un nuovo corso iniziato lo scorso aprile con il restyling grafico: il settimanale si presenta più accattivante, agile nei contenuti e più chiaro nell’impostazione. Intanto, un primo obiettivo è già stato raggiunto: il 16 ottobre La Voce è arrivata anche nelle edicole della provincia berica.
© 2009
pubblicato su Noi Giornalisti, trimestrale dell’Ordine del Veneto – Ottobre/Novembre/Dicembre 2009