“Tante volte mi sento in carcere, secondo l’anziano devo stare sempre con lui e se esco devo tornare presto. Tante volte mi sento sola, non ho nessuno con cui parlare la mia lingua”. Sono 2 milioni le badanti regolari in Italia, più altri 2 milioni le irregolari. In Italia, le due categorie più consistenti di migranti irregolari sono le badanti e le prostitute. Entrambe accudiscono, entrambe rispondono a un bisogno. Ed entrambe spesso sono “gestite” dalla criminalità organizzata. Le badanti entrano nel vissuto delle persone, nelle parti più nascoste della nostra vita. Anche le prostitute a loro modo entrano nel nostro intimo. Le prostitute provengono da paesi dove la donna vale niente e qui continuano a essere considerate niente, tanto che vengono usate dai nostri uomini. Entrambe vengono in Italia a cercare fortuna. Le badanti provengono da paesi dove rilevanti cambiamenti politici ed economici ne hanno determinato la migrazione. Arrivano per lo più dall’Est Europa – Romania, Ucraina e Moldavia – e dalle Filippine; spesso sono diplomate. Rappresentano un sistema succursale di stato sociale. Ma capita che, mentre aiutano le nostre famiglie, la loro, logorata dalla lontananza, si disgreghi. Vengono in Italia per guadagnare denaro che permetta ai loro figli di studiare. Sono un popolo invisibile, ben celato dentro le mura domestiche. Le prostitute, soprattutto le africane, vengono in Italia perché non hanno alternative. Le nigeriane si vendono anche per 5 euro. Sono soggette a violenza, maltrattamenti, vengono drogate, sono ricattate con la sottrazione dei documenti, vengono minacciate di ritorsioni nei confronti dei familiari o con lo spauracchio di riti vudù. Sono un popolo – stimare è impossibile – invisibile, perché continuamente trasferite, la loro identità sfugge anche alle forze dell’ordine. Entrambe diverrebbero visibili qualora venissero a mancare.
© 2010 Romina Gobbo
pubblicato su Corriere Vicentino – anno XI – n. 4 – Aprile 2010