In Marocco la Costituzione “garantisce a tutti il libero esercizio dei culti”. Nei fatti. però, questa libertà è concessa soltanto ai cristiani stranieri. La popolazione è di oltre 32 milioni di abitanti. I musulmani sono il 98,9%; i cristiani lo 0,1 (di cui 27mila cattolici).
La Costituzione algerina garantisce la libertà religiosa, ma l’Islam è considerato religione di Stato. I fedeli della Chiesa cattolica – come anche i protestanti – sono tollerati, ma non devono cercare di convertire gli algerini. Tuttavia, gli ultimi anni hanno registrato un numero crescente di conversioni, accolte soprattutto nella Chiesa protestante d’Algeria, articolata in trenta differenti denominazioni. La popolazione, di oltre 35 milioni di abitanti, è composta per lo 0,2% da cristiani (4.000 cattolici). I musulmani sono il 98%; gli agnostici l’1,8%.
La Chiesa in Tunisia è compsta essenzialmente da stranieri. In linea di principio, non è possibile per un tunisino diventare cristiano. Tuttavia, tra le 500 e le 1.000 persone si sono convertite, in gran parte alla Chiesa evangelica. La popolazione è di 13 milioni e 400mila abitanti. I musulmani sono il 99,5%; i cristiani lo 0,2 (di cui 21mila sono cattolici).
In Libia, non essendoci Costituzione, non c’è neppure un’esplicita disposizione di legge che tuteli la libertà religiosa. Il governo è generalmente tollerante, a eccezione dei gruppi fondamentalisti islamici, che, però, vengono repressi. La popolazione conta 6 milioni e mezzo di abitanti. I musulmani sono il 96,6%; i cristiani il 2,7 (di cui 155mila cattolici).
In Egitto i cristiani sono oggetto di una discriminazione “ufficiosa”. Su quasi 85 milioni di abitanti, ci sono l’87,1% di musulmani e il 12,2% di cristiani (di cui 196mila cattolici).
In Eritrea la Costituzione garantisce la libertà religiosa, ma lo Stato interferisce sulla vita interna delle entità riconosciute: la Chiesa copto-ortodossa eritrea, la Chiesa evangelica luterana d’Eritrea, la Chiesa cattolica e l’Islam. Su una popolazione di oltre 5 milioni di abitanti, i musulmani sono il 49,2%; i cristiani il 47,3 (di cui 153mila cattolici).
La Costituzione di Etiopia, tipico stato multietnico e multireligioso, riconosce a tutti i cittadini la libertà di religione, inclusa quella di diffondere le proprie credenze e di convertirsi ad altra fede. Su quasi 85 milioni di abitanti, i cristiani sono il 56,6% (di cui 815mila cattolici); i musulmani il 34,7%; gli animisti l’8,4%.
A Gibuti l’Islam è religione di Stato, ma la Costituzione riconosce la libertà di professare qualsiasi fede. Il proselitismo e la conversione dei musulmani – il 96,9% della popolazione – sono scoraggiati, sebbene non proibiti. I cristiani sono l’1,7% (di cui 7.000 cattolici).
La Somalia, dal 1991, quando un’insurrezione armata ha portato al collasso il governo del presidente Siad Barre, è priva di un governo centrale in grado di controllare tutto il territorio nazionale. Attualmente, il potere è diviso e conteso fra quattro entità, tra cui le milizie islamiche radicali. La più importante delle quali è al-Shabaab, ufficialmente designata come organizzazione terrorista sia dagli Stati Uniti che dall’Unione Europea per i suoi legami con al-Qaeda. la popolazione è di quasi 10 milioni di abitanti. I musulmani sono il 99,8%; i cristiani lo 0,1 (di cui 100 cattolici).
La Costituzione nazionale provvisoria (Cnp) del Sudan, in vigore dal luglio 2005, stabilisce la libertà di religione in tutto il Paese, sulla base dei protocolli relativi ai rapporti fra Stato e religione, contenuti nel Comprehensive Peace Agreement, che ha messo fine a ventidue anni di guerra civile fra il Sudan People’s Liberation Army/Movement e il governo islamista di Khartoum e i suoi alleati locali. Tuttavia, la Cnp stabilisce anche che nelle 16 province del nord, la shari’a sia fonte della legislazione, pertanto il governo ha legiferato e attuato politiche che favoriscono l’islam e l’islamizzazione della vita sociale. La popolazione è di oltre 43 milioni di abitanti. I musulmani sono il 71,4%; i cristiani il 16,4 (di cui quasi 6 milioni di cattolici); gli animisti l’11,1%.
La Costituzione nigeriana riconosce la libertà di religione, la libertà di manifestare e diffondere il proprio credo e quella di convertirsi ad altra religione. Tutta la Nigeria fa parte della Conferenza degli Stati islamici e, a partire dall’ottobre 1999, 12 dei 36 Stati della Federazione nigeriana hanno cominciato ad applicare la shri’a, non solo nel codice di famiglia, ma anche in quello penale. Ciò ha determinato l’introduzione di pene, quali flagellazioni, amputazioni ed esecuzioni capitali, tramite lapidazione. La popolazione è di oltre 140 milioni di abitanti. I cristiani sono il 45,5% (di cui quasi 22 milioni sono cattolici); i musulmani il 45,4%; gli animisti l’,8%.
© 2011 Romina Gobbo
pubblicato su La Voce dei Berici – dossier “Libertà religiosa nel mondo” – domenica 12 giugno 2011 – pag. VII