Il rapimento del francese padre Georges Wandenbeusch, nella notte fra il 13 e il 14 novembre, nell’Estremo Nord del Camerun, fa temere la svolta di un Paese da sempre volto all’integrazione religiosa. Padre Wandenbeusch, curato della parrocchia di Nghecewé, un centinaio di chilometri da Maroua, capitale dell’Estremo Nord, è stato sequestrato apparentemente da un commando di “banditi”. Ma già il 15 novembre è arrivata la rivendicazione da parte di Boko Haram, il gruppo integralista islamico che dal 2009 sta mettendo in ginocchio il nord-est della Nigeria. «Padre Georges era arrivato in Camerun come fidei donum da soli due anni, unico missionario della sua diocesi in terra d’Africa – racconta don Maurizio Bolzon, sacerdote fidei donum della diocesi di Vicenza, parroco a Loulou (la parrocchia è dedicata a Santa Giuseppina Bakhita), diocesi di Maroua-Mokolo -. Ci si incontrava frequentemente alle riunioni e, proprio perché lo si sapeva solo, era stato naturale dimostragli amicizia e farlos entire ancor più “tra fratelli”. Pochi giorni prima del rapimento, gli avevo dato un passaggio in macchina. Gli avevo chiesto come stesse. Mi aveva risposto che era sereno e si sentiva ben voluto dalla gente e protetto proprio dia suoi parrocchiani, che lo tranquillizzavano e gli dicevano che ci avrebbero pensato loro a tenere lontani i malintenzionati. Cosa che in effetti hanno provato a fare la notte dell’assalto, ma cosa possono dei bastoni di fronte a fucili e munizioni?»
Di fronte all’ipotesi di infiltrazioni di Boko Haram (setta che ha l’obiettivo di distruggere le scuole e la cultura, a suo avviso, diabolica manifestazione dell’oppressione occidentale) in Camerun, la preoccupazione cresce anche per i missionari lì presenti, ai quali il governatore aveva consigliato di rientrare in Patria. «Preti, suore, laici, che la Chiesa manda in missione non partono per il gusto dell’avventura – chiosa don Maurizio -. Si parte perché Gesù ha detto: “Voi sarete miei testimoni fino agli estremi confini della terra”. testimoni di Gesù attraverso l’annuncio della sua Parola e, molto più, attraverso una vita spesa al servizio degli ultimi. Sul Suo esempio. Questo è tutto. Il Vangelo non è una bella storia, è programma di vita. Che credibilità avrebbe, se coloro che sono venuti ad annunciarlo se ne andassero non appena il prezzo comincia ad alzarsi?»
© 2013 Romina Gobbo
pubblicato su La Voce dei Berici – domenica 24 novembre 2013 – Mondo – pag. 3