Per il rabbino argentino Abraham Skorka, Papa Francesco è “un vero amico”. Negli anni “abbiamo affrontato insieme tutti i temi, senza restrizioni, ma con dialogo aperto”. Il dialogo dell’empatia, che significa entrare “nelle scarpe dell’altro, cercare di capirlo, sapere chi è”, perché in ebraico “conoscere significa amare”.
Da questo amore, fatto di lunghe chiacchierate, è nato il libro “Il cielo e la terra – Il pensiero di Papa Francesco sulla famiglia, la fede e la missione della Chiesa nel XXI secolo (a cura di Diego F. Rosemberg – Arnoldo Mondadori Editore – Milano – 2013), una conversazione amichevole e appassionata, fra Skorka e Bergoglio, quando ancora era arcivescovo di Buenos Aires.
Oltre 200 pagine, senza filtri e senza remore. I due interlocutori parlano di Dio, della preghiera, della colpa, della morte, della donna, ma anche degli atei, nel cui mondo Bergoglio entra in punta di piedi (“quando mi ritrovo con degli atei, condivido problematiche umane, ma non propongo subito il problema di Dio, a meno che non siano loro a chiedermelo”), del matrimonio fra persone dello stesso sesso, del fondamentalismo, il comunismo, il potere, le critiche del mondo laico ai religiosi (Skorka: “Non tutti gli ecclesiastici hanno una condotta irreprensibile, ma questo non deve invalidare l’essenza”), la Shoàh, per chiudere, poi, con il futuro delle religioni, su cui entrambi concordano: “La religione avrà sempre un futuro, perché è espressione della ricerca profonda del senso della vita”. Il pensiero più volte esplicitato da Papa Francesco, è fonte di ispirazione per tutto il libro: “Se nella creazione Dio ha corso il rischio di renderci liberi, chi sono io per intromettermi?”
© 2014 Romina Gobbo
pubblicato su La Voce dei Berici – speciale Pellegrini con Francesco – domenica. 25 maggio 2013