Dal mese di aprile si è assistito ad un’escalation di attacchi ai luoghi santi cristiani, e non solo. Domenica 27 aprile, proprio mentre tutte le comunità cattoliche locali vivevano il momento suggestivo della canonizzazione di San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II, sono stati colpiti tre siti cristiani in Galilea. Un gruppo di ragazzi abbigliati con vesti e acconciature tipiche degli ebrei ortodossi, ha tirato pietre contro tre croci del monastero benedettino di Tabgha (dove si trova la basilica della Moltiplicazione dei pani, ndr), sul lago di Tiberiade, circa tre chilometri a ovest di Cafarnao. Lo stesso gruppo di ragazzi si è poi diretto verso il convento delle suore benedettine, sradicando anche lì una croce e imbrattando di fango un altare all’aperto, tracciando su banchi e sedie il segno della stella di Davide e ferendo con lanci di pietre una donna ospitata nel convento. Nella stessa giornata è stata recapitata al Vicariato patriarcale di Nazareth una lettera intimidatoria firmata da una rabbino della regione (poi arrestato), in cui si minacciano gravi rappresaglie se i cristiani non lasceranno “la terra d’Israele”. Infine, la chiesa greco-ortodossa di Al-Bassah ha subito un’aggressione mentre nel luogo di culto era in corso la celebrazione di una liturgia battesimale. Dalla Galilea a Gerusalemme. Lunedì 5 maggio, davanti alla sede dell’Assemblea degli Ordinari cattolici, presso il Notre Dame, di proprietà del Vaticano, è stata trovata la scritta “Morte agli arabi, ai cristiani e a tutti coloro che odiano Israele”. Nella notte tra il giovedì e il venerdì seguenti, davanti alla chiesa rumena, sempre a Gerusalemme, sono comparse scritte blasfeme contro Gesù. Si tratta di gruppi estremisti israeliani, religiosi ultraortodossi, coloni e attivisti di destra, che agiscono in Terra Santa già dal 2008, con un intensificarsi di profanazioni e atti intimidatori, a danno di monasteri, chiese e cimiteri cristiani, dal febbraio 2012. Da allora, siglandosi spesso con la formula “Tag mehir – il prezzo da pagare”, hanno condotto attacchi anche contro moschee frequentate dagli arabi palestinesi di religione islamica. L’ultima moschea imbrattata con scritte anti-islamiche è quella della cittadina di Furdis, a sud di Haifa. È evidente che l’imminente visita di papa Francesco dà a questi personaggi grande visibilità mediatica.
© 2014 Romina Gobbo
da Gerusalemme
pubblicato su La Voce dei Berici – speciale Pellegrini con Francesco – domenica 25 maggio 2014