Andrea (Andy) Rocchelli, 30 anni, fotoreporter piacentino, del collettivo fotografico Cesuralab, è morto a Sloviansk, il fronte più caldo, l’epicentro del confronto armato, nella regione di Donetsk, tra filorussi ed esercito ucraino. E’ rimasto coinvolto in un conflitto a fuoco, sabato 19 maggio, mentre cercava di raccontare il suo pezzo di storia. Il 26 maggio si diffonde la notizia della morte del gesuita padre Paolo Dall’Oglio. Scomparso il 23 luglio 2013, nel nord della Siria, secondo il sito Tahrir Syria (tahrir in arabo: liberazione), che riporta la testimonianza di Abu Ibrahim al-Raqqawi, sarebbe stato ucciso subito dai suoi rapitori, i jihadisti dell’Isis, Stato islamico in Iraq e nel Levante, appena due ore dopo il sequestro. La Farnesina ha subito precisato che non ci sono elementi per confermare la notizia. Ma la settimana appena passata è stata foriera anche di una buona notizia. Martedì 27 maggio, il cooperante italiano, Federico Motka, rapito in Siria, ad Atmeh (uno dei campi profughi di siriani in fuga da Damasco, nella regione di Idlib), il 12 marzo 2013, è atterrato all’aeroporto di Ciampino, libero. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha sottolineato che alla liberazione di Motka si è arrivati grazie ad un “lavoro silenzioso”, condotto dai servizi di informazione e dall’Unità di crisi della Farnesina. A questo punto, l’unico altro italiano scomparso in Siria rimane padre Paolo. Mentre ci sono altri quattro italiani rapiti in altri Paesi del mondo. Sono il cooperante palermitano Giovanni Lo porto, sequestrato in Pakistan il 19 gennaio 2012, insieme a un collega tedesco, il tecnico Gianluca Salviato, rapito nel marzo scorso in Libia, nella Cirenaica, e i nostri due sacerdoti vicentini, don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri, sequestrati nella notte fra il 4 e il 5 aprile scorsi, insieme alla suora canadese GilberteBussiére, nell’Estremo nord del Cameroun.
© 2014 Romina Gobbo
pubblicato su La Voce dei Berici – domenica 1 giugno 2014