“Il buddismo è la religione del cuore in pace, il cristianesimo è la religione dell’amore”: dicono così in Thailandia dove, dal 1997, presta servizio don Pietro Melotto, fidei donum vicentino. Nel 2010, ha fondato la parrocchia di Lamphun; lì, venerdì 4 luglio, è arrivato in visita il vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol, con don Arrigo Grendele, direttore dell’Ufficio missionario diocesano, e don Francesco Cunial, sacerdote diocesano. “Queste ‘visite pastorali allargate’ (prima della Thailandia, si era recato in Brasile e Cameroun) – ha detto Pizziol, rientrato l’11 luglio – mi permettono di allargare la visione della presenza del cattolicesimo nel mondo. Le popolazioni sono le più diverse, ma il Vangelo, in chi lo accoglie, porta sempre una forte libertà dello spirito, una fraternità con tutte le persone del mondo”.
Dopo i primi due giorni nella capitale Bangkok, ospite dei padri Camilliani (che qui gestiscono un centro di accoglienza per disabili), la delegazione si è trasferita al nord, nella diocesi di Chiang Mai (8 province, 12 milioni di abitanti, di cui 35mila cattolici; ogni anno vi si battezzano 1.700 adulti). Qui le Chiese del Triveneto sostengono un progetto comune di missione, nelle parrocchie di Chaehom e, appunto, di Lamphun dove, assieme a Melotto, operano il padovano don Attilio De Battisti e il veronese don Giuseppe Berti. A Chaedom, invece, prima missione aperta dal Triveneto, ci sono don Bruno Rossi e don Raffaele Sandonà (vicentini, ma della Diocesi di Padova), e il bellunese don Bruno Soppelsa.
“Ho trovato una popolazione pacifica, rispettosa e inclusiva – continua il vescovo di Vicenza -. I missionari sono una presenza serena, con uno spirito molto simile a quello delle primissime comunità cristiane”.
“L’avvio di una presenza missionaria, grazie ad una collaborazione interdiocesana, è stata una scelta profetica di Aquileia I, e sta diventando sempre più necessaria”, sottolinea don Grendele.
La religione ufficiale della Thailandia è il buddismo (95% della popolazione), l’Islam è presente solo al sud (oltre il 4%). Il cristianesimo riguarda lo 0,2% della popolazione, circa 300mila fedeli, per lo più cattolici. “Il bello è che, mentre in una realtà monolitica, se entrano degli altri, ci si sente minacciati, qui il pluralismo è una ricchezza”, conclude don Melotto.
2014 Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – domenica 13 luglio 2014