“Chi fa la volontà del Padre mio, è per me fratello, sorella e madre”. “Fin da giovane questa frase del Vangelo mi riempiva il cuore di gioia perché essere fratello, sorella di Gesù, è la pienezza della vita cristiana. Fin da bambina, queste parole racchiudevano i miei desideri più grandi. Sentivo e sento ancora che è questo desiderio profondo che mi ha portato fino in Africa per parlare di Gesù. Per questo riparto con gioia, con il desiderio di continuare a comunicare la Parola di Dio, e testimoniare il suo grande amore per noi”. Era maggio 2014, quando suor Olga Raschietti, con una lettera salutava la comunità diocesana vicentina. Dopo un breve periodo di vacanza a casa, e nonostante non godesse di ottima salute, si accingeva a tornare a Kamenge, zona nord della capitale del Burundi, Bujumbura. Olga Raschietti, 83 anni, era nata a Montecchio Maggiore (provincia di Vicenza), il 22 agosto 1931. A 25 anni, era il 1956, era entrata tra le Missionarie di Maria saveriane. Il 29 settembre 1968 era arrivata la “chiamata” per l’Africa, con destinazione Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo. Era stata destinata alle attività di catechesi in varie parrocchie nella zona del sud Kivu. Dal 1975 al 1977, era stata delegata a responsabile per la congregazione di tutte le sorelle in Congo. Nel 2010, era invece arrivato l’impegno in Burundi. «L’Africa era il suo sogno realizzato. Nonostante l’età, era una vulcano di idee, un entusiasmo indescrivibile», la ricorda così don Arrigo Grendele, direttore Ufficio missionario diocesano di Vicenza.
2014 Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – martedì 9 settembre 2014