Per i cattolici oggi è l’Epifania, che tutte le feste porta via. Ma per la maggior parte degli ortodossi (patriarcato di Mosca, Serbia, Ucraina, Bielorussia, Georgia, Macedonia e Montenegro) oggi invece cominciano le celebrazioni, perché oggi è la vigilia e domani è Natale. Lo spostamento di data dipende dal fatto che la Chiesa ortodossa usa il calendario giuliano. Nel 1582 papa Gregorio XIII decise di modificare il vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare (da cui giuliano); i giorni tra il 5 e il 14 ottobre 1582 furono cancellati e il 25 dicembre venne traslato al 7 gennaio. Tuttavia, il patriarcato ecumenico di Costantinopoli (che comprende anche la Grecia), la Chiesa ortodossa bulgara e quella rumena festeggiano il 24 e 25 dicembre. Se i musulmani digiunano nel mese di Ramadan, gli ortodossi lo fanno più volte all’anno. Per prepararsi al Natale, per esempio, iniziano 40 giorni prima con un digiuno impegnativo, che prevede la totale astensione da carne, uova, latte e latticini. Per quanto attiene, invece, la ritualità, qui la tradizione religiosa si mescola con quella culturale-folkloristica, perciò vi sono diversità da Paese a Paese. Tuttavia, oggi per tutti si compie il rito della benedizione dell’acqua. Il sacerdote getta un crocifisso nell’acqua (fiume o mare) e alcuni fedeli si tuffano per riprenderlo: ne otterranno una particolare benedizione. Il digiuno della Vigilia è maggiormente severo e si conclude in chiesa al tramonto.
La tradizione natalizia ortodossa non prevede né albero, né presepio, quest’ultimo tipico della tradizione cattolica, introdotto da san Francesco.
© 2016 Romina Gobbo – 6 gennaio