Turchia: comunque la si giri, è sempre il popolo che perde

Mentre le “menti” mondiali cercano di capire se il golpe in Turchia è stato vero, finto, architettato dallo stesso Erdogan…, mi domando quale scelta avesse il popolo turco. Da una parte l’esercito – si propone come “garante della laicità” -, può darsi, ma sicuramente non garante delle libertà. Nessun esercito è mai stato tenero quando la gente manifesta; e di solito le alte cariche sono troppo impegnate ad arricchirsi che difficilmente hanno a cuore il bene del popolo. L’Egitto docet. Dall’altra, appoggiare il presidente in carica, Erdogan, arrivato al potere ponendosi anche lui come garante della laicità (il suo partito per la Giustizia e lo Sviluppo era un partito islamico moderato), ma strizzando nel tempo sempre più l’occhilino all’Islam integralista. Dal 2011 almeno Erdogan (all’epoca primo ministro – è eletto presidente nel 2014) ha cominciato ad imporre restrizioni sulla libertà di stampa, sull’uso di intenet, sui contenuti televisivi, ha vietato l’uso di alcol, di libera riunione. Ad Istanbul, città moderna, con una vita notturna simile a quella delle capitali europee, stanno aumentando le donne che indossano il niqab completo, e bere una birra sta diventando un problema. Questo fino a prima del golpe. Il dopo golpe lo stiamo vedendo: una repressione degna di un dittatore, che colpisce chiunque venga considerato un oppositore: oltre naturalmente a membri dell’esercito, giornalisti, insegnanti, magistrati, imam, amministrativi… Arrivando anche a prospettare l’ipotesi della re-introduzione della pena di morte. Nonché di eliminare il parco Gezi prospiciente a piazza Taksim per installarvi due caserme. E non è un’idea nuova. Gezi è il parco delle proteste del 2013, sorte perché già allora c’era in progetto di abbatterlo e costruire una caserma -, e represse violentemente dal governo. Un governo che in quell’occasione manifestò la sua vera indole. Ci voleva il tentativo di colpo di stato per dare ulteriormente fuoco alle polveri. E così la Turchia oggi ha la giustificazione per diventare in tutto e per tutto uno stato autoritario, che significa sempre più restrizioni dei diritti civili. Ecco perché sono solidale con il popolo turco, perché è sempre la gente comune a pagare il prezzo dei giochi di potere.

© 2016 Romina Gobbo

 

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