«Il voto alla Madonna non è qualcosa di banale, è un affidarsi, una fiducia totale, è un riconoscere a quale porta bussare. È quasi un istinto spirituale che ogni creatura umana ha in sé. Il voto significa anche determinazione, cioè forte volontà di fare qualche cosa, e questo dà più dignità al percorso di ciascuno. Ed è un impegno serio, scritto con la vita, con la passione interiore». Spiega così padre Giuseppe Zaupa, rettore del Santuario di Monte Berico, il senso ai giorni nostri di “fare voto” alla Madonna.
Sabato 25 febbraio ricorre un anniversario importante per la comunità ecclesiale vicentina. Era il 1917, la prima guerra mondiale imperversava, il rischio che anche Vicenza fosse invasa dalle forze austroungariche della Strafexpedition era altissimo. La popolazione era terrorizzata. Così il vescovo Ferdinando Rodolfi e il sindaco Licinio Muzani, assieme all’allora rettore del Santuario, padre Pierfrancesco M. Testa, decisero di mettere la città sotto la protezione della “Mater misericordiae” a cui il Santuario è intitolato. Il voto solenne davanti all’effigie della Beata Vergine fu pronunciato il 25 febbraio, perché sempre in quella data, ma nel 1695, in occasione del terremoto di Santa Costanza, uno dei sismi più violenti nella storia del Veneto, un altro voto era già stato emesso. E Vicenza era stata “miracolosamente” risparmiata da gravi danni; da allora il 25 febbraio di ogni anno si saliva in processione a Monte Berico. Nel 1917, ancora una volta la città berica era minacciata. “O Vergine Santa, venite in nostro aiuto, fate che cessi il flagello della guerra; preservate la città e la diocesi da ogni invasione nemica”: la supplica fu ascoltata. In segno di riconoscenza, l’8 settembre, Natività della Vergine, divenne la festa patronale della città e della diocesi. E, nella periferia est, fu eretta una nuova parrocchia dedicata a Maria Regina della Pace.
Per la commemorazione il vescovo Beniamino Pizziol celebrerà due messe solenni. Sabato 25, alle 9, al Santuario, con la partecipazione di un gruppo di fedeli della parrocchia di Madonna della Pace che giungeranno a piedi.
Domenica 26, alle 10.30, nella chiesa di Madonna della Pace, dove saranno benedetti anche il campanile recentemente restaurato e una croce in pietra. Le celebrazioni si concluderanno alle 18 nella stessa chiesa, con un concerto dell’Accademia Musicale del Veneto.
«Il rito è importante, perché è qualcosa di esplicativo di ciò che si ha dentro. Ai nostri fedeli, dico: “Quando avete espresso quello che volete, chiedete allo Spirito che vi illumini. Le lampade e le candele che solitamente vengono usate sono simboliche della luce interiore», conclude padre Zaupa.
© 2017 Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – Catholica – sabato 25 febbraio 2017 – pag. 17