Cresce il numero dei bambini arruolati nelle file di Boko Haram, il gruppo terroristico che dal 2009 sta devastando il nord della Nigeria, con sconfinamenti nella regione dell’Estremo Nord del Camerun. Si calcolano 20mila morti e oltre 2 milioni di civili costretti alla fuga. L’episodio che fece il giro del mondo fu il rapimento delle 276 ragazze della scuola di Chibok. Dopo, sul Paese è calato il silenzio mediatico. Eppure il terrore continua. Ragazzi e ragazze vengono rapiti per poi essere utilizzati come schiavi sessuali, combattenti o “bombe umane”. Secondo i dati dell’Unicef, dallo scorso primo gennario sarebbero 83 i minori usati come kamikaze, tra cui anche un neonato fatto esplodere mentre era in braccio ad una ragazzina. Oltre al dramma, anche la beffa. Infatti, tutto questo ha alimentato un clima di sospetto nei confronti dei ragazzini che sono riusciti a scappare dai propri rapitori, ostacolandone il reinserimento nella società. Non dimentichiamo che Boko Haram mira a creare uno proprio Stato islamico, un’altra ideologia a senso unico; infatti gli attacchi sono stati condotti contro non solo gli “infedeli”, ma anche contro gli stessi musulmani.
© 2017 Romina Gobbo – inedito (Facebook 17 agosto 2017)