Un terribile attentato ha squarciato ieri il cielo di Mogadiscio. Due camion bomba, esplosi davanti al Safari Hotel, vicino al ministero degli esteri, hanno fatto strage di civili. Oltre 230 morti e 300 feriti; la maggior parte venditori ambulanti, sono morte anche quattro persone della Mezzaluna Rossa (l’equivalente della nostra Croce Rossa). Il bilancio continua a salire, con persone ancora sotto le macerie dell’albergo, ospedali pieni e medicinali che scarseggiano. Il governo ha parlato di “disastro nazionale”, attribuendo la responsabilità ad al-Shabaab (شباب), cellula somala di al-Qaeda che imperversa dal 2006, ma per il momento non c’è stata rivendicazione. L’attentato è avvenuto a pochi giorni dall’incontro tra esponenti del Comando americano in Africa e il presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed. La Somalia continua a pagare il prezzo di una destabilizzazione che risale al 1991, con la destituzione di Siad Barre (molto vicino a Bettino Craxi). Sia chiaro non che Barre fosse un buon uomo, anzi, più volte ha fatto strage degli oppositori, ma come poi la storia ha dimostrato e continua a dimostrare, quando si toglie di mezzo il dittatore di turno, bisogna anche preoccuparsi del dopo, onde evitare che il potere passi in mani ancora peggiori. A tutt’oggi, la Somalia è uno Stato instabile e insicuro. Il terrorismo continua a colpire nel mondo, anche se noi ce ne ricordiamo solo quando succede qualcosa vicino a noi.
نحن من أجل السلام
© 2017 Romina Gobbo
pubblicato su Facebook il 15 ottobre 2017