I tentacoli della Cina in Sria e Afghanistan

Che la Cina si sia comprata buona parte dell’Africa ormai è cosa nota. Tanto che ci sono città costruite appositamente per farvi confluire la popolazione cinese. I machete con cui si sono ammazzati nel genocidio del Ruanda erano cinesi, e oggi nei mercatini africani di africano non si trova più nulla. Ora la Cina guarda all’Afghanistan e alla Siria. Gli interessi cinesi nascono come interessi economici o come sbocchi per la propria dirompente demografia. Ma cominciano a delinearsi anche gli interessi militari. Il fondo monetario stima che ci vorranno almeno 100 miliardi di dollari per ricostruire la Siria, e la Cina è molto interessata, i soldi li ha. Poi però i propri interessi economici bisogna tutelarli, allora potrebbe essere utile una base militare, nel porto di Latakia (al confine con la Turchia), così come successo in Africa, a Gibuti. E l’Afghanistan? Innanzitutto, la Cina confina con l’Afghanistan per una settantina di chilometri, area conosciuta come il corridoio del Vacan, nella regione del Pamir: punto di incontro fra Asia centro-occidentale e Asia centro-orientale (quindi strategico). E poi di nuovo il business. L’80% dei diritti estrattivi delle risorse minerarie afghane è in mano alla Cina, la quale necessita di tante materie prime di cui Kabul è piena; il litio, per esempio, importante per i nostri cellulari. E i militari? Per mettere in sicurezza le rotte commerciali cinesi e perpetrare l’ambizioso progetto di ricostruire la Via della Seta. Com’era quel detto? Segui la grana.

© 2017 Romina Gobbo

pubblicato su Facebook martedì 17 ottobre 2017

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: