12 novembre 2003, Nassiriya (الناصرية), Iraq. Un camion cisterna, guidato da due kamikaze, si fa esplodere davanti alla base militare italiana “Maestrale”. Muoiono 28 persone, di cui 19 italiani (2 civili, 5 militari dell’Esercito, 12 carabinieri), e ci sono 58 feriti. L’eplosione è provocata da un quantitativo di tritolo calcolato tra i 150 e i 300 kg, mescolato a liquido infiammabile. Un vero arsenale; non poteva essere che una strage. Le inchieste per la ricerca dei responsabili, portano a due piste: una cellula libanese legata ad al-Qaeda (auto-confessione di un esponente), oppure ad al Zarqawi ﺍﺑﻮ ﻣﺼﻌﺐ ﺍﻟﺰﺭﻗﺎﻭي come mandante (rivendicazione del gruppo أنصار الإسلام, di cui al Zarqawi era leader). Seguiranno altri attentati fino al 2006, fino a quando cioè, con il ritiro di uomini e mezzi, la missione “Antica Babilonia” fu dichiarata conclusa. Il primo dicembre 2006 a Nassirya ci fu l’ammainabandiera.
Un elemento non trascurabile: il Governatorato di Dhi Qar, dove si trova Nassirya, è sede di importanti giacimenti petroliferi, perlomeno lo era all’epoca dei fatti.
Il contesto. A maggio 2003 il presidente Bush aveva dichiarato conclusa la seconda guerra del Golfo (الحرية العراقية), ovvero l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti e affiliati. In realtà, anche se le città irachene erano capitolate, la gurriglia non smise mai di combattere l’invasore straniero; su questo si inserì una guerra civile per la gestione del potere. La Risoluzione Onu 1483 del 22 maggio 2003, approvata dal Consiglio di sicurezza, invitò tutti gli Stati a contribuire alla rinascita dell’Iraq. L’Italia partecipò con la missione di peacekeeping “Antica Babilonia”, dislocando forze armate nel sud del Paese. Ma ormai la destabilizzazione del Paese era iniziata, e continua tuttora. Gli attentati si sono moltiplicati, il terrorismo si è rafforzato, non si contano più i morti iracheni. È ormai fuor di dubbio che gli intrighi delle maggiori potenze della Nato e del Golfo hanno collettivamente contribuito alla diffusione di al-Qaida e di una pletora di movimenti terroristici dall’Iraq alla Libia. È la guerra, bellezza!
Che le vittime di tutte le guerre e di tutti i Paesi riposino in pace!
© 2017 Romina Gobbo
pubblicato su Facebook domenica 12 novembre 2017