Il femminicidio è una tomba

Purtroppo non si può mai smettere di parlare di violenza alle donne, perché i numeri, anche nella provincia di Vicenza, sono alti. Anche se ci sono violenze sugli uomini, sugli anziani, sui bambini piccolissimi, la donna continua a essere la prima vittima. La differenza è come se ne parla. E va dato atto agli organizzatori – Ordine degli Avvocati di Vicenza, Comune, in partnership con l’Ordine dei giornalisti del Veneto – che l’incontro dal titolo “Violenza di genere, violenza intrafamiliare e violenza assistita: quali tutele?” che si è tenuto ieri nella sede di Confindustria a Vicenza, moderato dalla collega Elisa Santucci, con la presenza dell’on. Daniela Sbrollini si è distinto per l’alto livello dei contenuti. Sicuramente il nodo maggiore resta la violenza domestica perché entrare fra le mura di casa resta sempre un fatto delicato. Si è insistito sul valore della denuncia, ma non fingendo di non vedere quanto è difficile per una donna denunciare. Non solo perché magari non è economicamente indipendente, ma perché spesso è bloccata dalla paura, teme per sé e per i propri figli; spesso la sua stessa famiglia di origine non la appoggia, perché bisogna anche “un po’ tollerare”; e anche perché la giustizia è lenta. Quante volte, attendendo una sentenza, la donna è stata uccisa! Ancora, violenza alle donne e violenza ai bambini sono intimamente collegate. Perché se il bambino non viene picchiato ma assiste mentre la madre le prende, sarà segnato per sempre. La conclusione, lasciata alla psicoterapeuta di lungo corso Maria Luisa Quadri, è nota, ma non per questo meno sconfortante. «La nostra è una società sessista. La dominazione di un genere sull’altro è ben presente e accettata. Dietro a qualsiasi violenza nei confronti della donna c’è il considerarla un oggetto di cui si può liberamente disporre. Questo va combattuto. La famiglia può essere un castello, ma può essere anche una tomba. Il femminicidio è una tomba».

© 2017 Romina Gobbo

pubblicato su Facebook – 21 novembre 2017

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