La tensione seguita alla decisione del presidente Donald Trump di spostare l’Ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, ha fatto sì che molti pellegrini cancellassero il viaggio in Terra Santa per le festività natalizie. Lo ha detto mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, nel tradizionale incontro natalizio con i giornalisti. «Decisioni unilaterali come quella del presidente americano su Gerusalemme non porteranno pace, anzi, la allontaneranno», ha affermato e ha lanciato un appello ai pellegrini di tutto il mondo a non rinunciare. E io mi aggiungo all’appello perché trascorrere il Natale in Terra Santa non ha eguali. Io spero che la Basilica della Natività di Betlemme o il Santo Sepolcro siano sempre affollati come nella mia foto qui sotto.
Da sempre i pellegrinaggi in Terra Santa risentono del clima del periodo. Ma, se guardiamo la cosa a più ampio spettro, possiamo renderci conto che avviene così ovunque, a seconda del grado di sicurezza che si attribuisce ad un Paese. Vero o meno che sia, conta la percezione. Questo ha “ammazzato” l’industria turistica di Egitto e Tunisia, ma anche la Giordania ne sta risentendo. Parliamo di Paesi dove il turismo era al primo posto come voce del Pil. Niente turismo significa disoccupazione, povertà, e niente futuro. Un altro motivo che spinge a scappare. Riflettete.
© 2017 Romina Gobbo – Facebook 20 dicembre