Entri nella chiesa del Carmine in centro a Pistoia e trovi un’esposizione di presepi da tutta Italia che si integrano con le decorazioni dell’edificio. Da tre anni Marco Lanzara ha dato vita all’associazione “Presepiamo” che ha trasformato una chiesa non più utilizzata in uno scrigno d’arte presepiale. Fino al 7 gennaio 2018 vi saranno esposte 274 Natività realizzate da 85 presepisti di Toscana, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna, Emilia Romagna e Umbria; altre trenta Natività provengono da Perù, Lituania, Germania, Spagna, Colombia, Russia, Giappone. La riqualificazione dei locali è una delle ricadute positive del progetto “Terre di Presepi” che ha il beneplacito della Conferenza episcopale toscana, e il patrocinio della Regione e dell’Unione cattolica artisti italiani. Partita in Toscana nel 2014, l’iniziativa oggi coinvolge anche Lazio ed Emilia Romagna. E quest’anno si è arricchita del “mandato ai presepisti” da parte del vescovo di San Miniato (Pisa), don Andrea Migliavacca. Grazie agli oltre cinquanta presepi esposti, i centri storici di Castelfiorentino e Cerreto Guidi, in provincia di Firenze, stanno vivendo una seconda giovinezza. E poi c’è la montagna che si ripopola. A Ruota (provincia di Lucca), pochi abitanti sulle pendici del Monte Serra, il presepe vivente del 26 dicembre è l’occasione per far scoprire il paese a migliaia di persone. Lo stesso accade alle Piastre, sulla monatgna pistoiese. Broghi tra la Lucchesia e la Lunigiana, sconosciuti ai più, come Tofori, San Pancrazio, Ciciana, Regnano, Pieve Fosciana, Iano, Marti, San Casciano Val di Pesa, Staggia Senese, a Natale vedono la popolazione moltiplicata. «Un ottimo modo per rivitalizzare i piccoli centri, oltre che una vera e propria proposta di turismo sostenibile», ha detto il presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci, che ha voluto che “Terre di Presepi” fosse presentato alla Camera dei Deputati.
Lo scorso anno i visitatori sono stati un milione, l’obiettivo 2017-2018 è andare oltre. «Il viaggio nelle terre dei presepi è affascinante. Parte da Gazzano e Montefiorino in Emilia Romagna, oltrepassa tutta la Toscana e arriva a Trevinano di Acquapendente, in provincia di Viterbo – spiega Fabrizio Mandorlini, uno degli ideatori -. Il segreto? La rete fra tanti soggetti: parrocchie, gruppi di presepisti, diocesi, Comuni, associazioni, privati. Alcuni il presepe già lo facevano, e noi lo abbiamo valorizzato, altri lo hanno ideato ex novo». La Garfagnana è la culla delle statuine in gesso. A Coreglia Antelminelli, Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, Barga, Pescaglia, vengono realizzati i personaggi, con una “specializzazione toponomastica”. Le località “San Giuseppe” e “la Madonna” non necessitano di spiegazioni.
Da quest’anno la visita ai presepi è un vero e proprio pellegrinaggio. Nelle magioni ´case del presepista, istituite nei vari paesi) può essere richiesta la Credenziale, che poi va fatta timbrare ogni qualvolta si visita un presepe. Trenta timbri danno diritto al “Testimonium del presepista pellegrino”. Per informazioni: http://www.terredipresepi.blogspot.it.
© 2017 Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – Primo Piano – sabato 23 dicembre 2017 – pag. 8