Come i Magi rappresentano tutti i popoli, così anche le varie comunità qui oggi riunite rappresentano tutti i popoli». Lo ha detto Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza, nell’omelia per la festa dell’Epifania. Ieri, in Cattedrale a Vicenza, in occasione della “Festa dei popoli”, organizzata dall’Ufficio diocesano Migrantes, erano presenti comunità africane (Ghana, Nigeria, Senegal, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Camerun, Benin, Togo), asiatiche (Filippine e Sri Lanka), dell’Europa dell’Est (Ucraina, Moldavia, Romania), latinoamericane (Ecuador, Colombia, Perù, Messico, Bolivia, Honduras, Guatemala, Argentina, Repubblica Domenicana). Al centro il tema del messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace del 1° gennaio scorso, “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”, e che ha anticipato quello della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (14 gennaio), dedicata ai quattro verbi indicati dallo stesso Pontefice per far fronte al complesso fenomeno delle migrazioni: «accogliere, promuovere, proteggere e integrare». Soprattutto sull’integrazione si è soffermato il vescovo, che ha inteso la celebrazione di ieri come “modello” di tutte le celebrazioni. «Ogni Eucaristia domenicale nelle nostre parrocchie – ha detto Pizziol – possa vedere sempre più fianco a fianco fedeli di nazionalità diverse accomunati dalla fede comune in Cristo Gesù». Pizziol ha poi evidenziato la bellezza di costumi, musiche, danze. «La “Festa dei popoli” – spiega padre Michele De Salvia, responsabile Migrantes Vicenza – è ormai una bella consuetudine della nostra diocesi. Con essa vogliamo trasmettere il volto di una Chiesa sempre più aperta e pronta al dialogo, dove si incontrano culture diverse, si vincono pregiudizi e si accorciano distanze. È questo il lavoro svolto dai centri pastorali per i migranti presenti in diocesi: un lavoro silenzioso, ma prezioso, che in questa occasione diventa visibile e motivo di festa».
© 2018 – Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – Primo Piano – domenica 7 gennaio 2018 – pag. 4