C’è un mondo – quello giovanile – che ha bisogno di essere valorizzato. E c’è un luogo – l’oratorio – che necessita di essere ridefinito. Detto fatto. Il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol, ha convocato Noi Associazione, pastorale giovanile e Caritas diocesana per coinvolgerle nel progetto “Lab-Oratorio”. È partita così la “call” per gli animatori di comunità. Dieci giovani, dai 25 ai 35 anni, saranno inseriti in altrettanti oratori diocesani. Ma non si tratta di “fare animazione generica”, bensì di un lavoro vero e proprio: 15 ore settimanali retribuite per tre anni, a partire da settembre 2018. «Non dovranno sostituire educatori o figure già presenti, ma affiancarsi ad esse, con un ruolo di facilitatori dello sviluppo delle comunità, e opereranno in rete fra di loro, e con la supervisione di un gruppo di professionisti – spiega don Lorenzo Dall’Olmo, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile -. La proposta è arrivata proprio dai giovani, durante gli incontri che facciamo in vista del Sinodo. È emerso il loro bisogno di ritrovare dei luoghi dove vivere le relazioni, dove potersi esprimere. E l’oratorio è sicuramente appropriato. Frequentato anche da bambini e ragazzi stranieri, è sempre più luogo di incontro di culture, accoglienza, di frontiera, una sfida enorme per il nostro tempo». Il progetto sarà presentato mercoledì 31 gennaio, alle 20.30, al Centro Ora Decima di Vicenza. Nell’occasione saranno anche raccolti i nominativi di ragazzi interessati. Una ventina di loro entrerà nel percorso di formazione preparatoria che metterà i partecipanti in gioco sulle proprie capacità di osservazione, di ascolto, sulla conoscenza di sé. Competenze utili perché, conclude don Lorenzo, «se apri la porta dell’oratorio nel modo giusto, la gente poi ti apre il cuore».
© 2018 – Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – Catholica – mercoledì 24 gennaio 2018 – pag. 16