Schio (Vicenza). Parolin: servire i giovani per dare speranza

«A voi ragazzi che frequentate questo centro auguro che possiate apprendere un lavoro, possiate imparare a volervi bene e a vivere con dignità davanti agli uomini e davanti a Dio, resi forti e saldi dalla sua presenza in mezzo a noi. Ai padri salesiani e ai formatori, auguro di saper sempre rispondere alle aspirazioni profonde dei giovani, al loro bisogno di vita, di apertura, di gioia, al loro desiderio di collaborare alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno». Sono le parole del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che domenica scorsa è intervenuto a Schio (Vicenza) per benedire la nuova ala del centro di formazione professionale (Cfp) dell’Istituto salesiano. Poi ha celebrato Messa in Duomo. «È sempre un piacere tornare in questa città dove ho svolto il mio primo servizio come cappellano nella parrocchia di Santissima Trinità», ha detto il porporato. Nel pomeriggio, Parolin ha svelato il mosaico dedicato a santa Giuseppina Bakhita – nell’ambito dei festeggiamenti per il 70° anniversario della sua morte -, all’interno del complesso delle suore canossiane, alla presenza della superiora madre Mariuccia Donghi. Una domenica, dunque, posta sotto “l’amorevolezza” di don Bosco e Madre Moretta.

Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, si prepara a benedire la nuova ala del Cfp dei salesiani di Schio (Vicenza) – (credits Romina Gobbo)

Costruita secondo criteri di edilizia sostenibile, la nuova struttura dei salesiani comprende quattro laboratori, tre aule didattiche e un terrazzo, con pareti attrezzate per accogliere i giardini verticali che creeranno gli studenti, per un totale di 1.500 metri quadrati su tre piani. Costata 2 milioni e mezzo di euro, è stata finanziata per circa la metà dalla Fondazione tedesca Deutsche Post Stiftung (una delegazione ha visitato il complesso qualche giorno fa), per il resto dagli stessi salesiano, oltre che dalla solidarietà di alcune aziende del territorio. L’ambasciata della Repubblica di Cina (Taiwan) presso la Santa Sede, ha offerto l’impianto fotovoltaico. «Per noi i giovani sono “number one” – ha detto l’ambasciatore Matthew Lee, presente domenica -; noi crediamo molto nel lavoro e nell’efficienza dei salesiani». In effetti l’opera è stata realizzata in soli otto mesi, poiché la prima pietra è stata posata a maggio 2017. «Dovevamo dimostrare ai tedeschi che anche noi sappiamo essere precisi», scherza il responsabile dell’oratorio, don Alberto Maschio. Alla carimonia, condotta dall’ispettore dei Salesiani Nord est don Roberto Dal Molin, hanno partecipato anche il teologo salesiano don Gianfranco Coffele, don Giuseppe Bonato vicario diocesano per la vita consacrata, altre autorità religiose, civili e militari. Una sinergia di cui il cardinale ha sottolineato l’importanza. «Non ci sono monopoli, bisogna collaborare tutti insieme al servizio dei giovani, per dare speranza alla società, e verso un futuro migliore». Erano presenti anche i “The Sun”, gruppo musicale cresciuto all’ombra dell’oratorio. E chissà se il nome del noto gruppo musicale ha ispirato anche Parolin che, ben consapevole del disagio giovanile odierno, ha concluso: «Quando ci sono le tenebre, non bisogna maledirle. Bisogna accendere una luce».

Da sinistra: don Roberto Dal Molin, responsabile salesiani Nord Est, don ALberto Maschio, responsabile oratorio di Schio, il cardinale Pietro Parolin, il teologo salesiano don Gianfranco Coffele (credits Romina Gobbo)

© 2018  – Romina Gobbo

pubblicato su Avvenire – Catholica – martedì 30 gennaio 2018 – pag. 14

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