Quando i figli assistono all’orrore – When the children watch the horror

Ogni volta che si verifica un omicidio-suicidio – questa settimana, sia a Foggia che a Livorno – ritorno con la mente al primo servizio che fui mandata a coprire come giovane cronista di nera. Un uomo aveva ammazzato la moglie davanti alle figliolette di 5 e 7 anni. Io e il mio cameraman arrivammo per primi. La nostra “fortuna” giornalisticamente parlando, fu che il fatto avvenne a pochissimi chilometri dalla redazione; la sfortuna, umanamente parlando, fu che arrivammo mentre portavano fuori le bare e quindi con la scena del delitto ancora “calda”. Poche volte in vita mia ho assistito ad un tale orrore. Allora il mio pensiero corre ai figli della coppia di Foggia, 8 e 10 anni, svegliati in piena notte dalle urla dei genitori. Lui che colpiva ripetutamente con un coltello la moglie, lei che si accasciava al suolo, lui che si conficcava nel petto lo stesso coltello. Sono scappati da una vicina terrorizzati i ragazzini. La donna ha chiamato i carabinieri. La madre è morta, il padre è grave in ospedale. Nell’antica Grecia le colpe dei padri ricadevano sui figli. E non c’era possibilità di redenzione, perché era determinato dal potere divino. Nella Foggia del 2018, anche se in maniera diversa, ancora una volta la colpa del padre ricadrà sui figli. E non perché replicheranno il fatto criminoso – come avviene in Sofocle -, ma perché quel terribile shock li accompagnerà per tutta la vita. Auguro loro di trovare “persone buone” che li aiutino a spezzare la catena di dolore.

#femminicidio

© 2018  – Romina Gobbo – Facebook 18 febbraio 2018

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