Si chiama Shamira. Significa “lungo cammino verso la pace duratura”. Il nome è di origine aramica, ma lei è italiana, di Pordenone, è cattolica, e ha consacrato la sua vita al dialogo cristiano-islamico attraverso l’arte. Oggi, le opere di Anna Shamira Minozzi riempiono di colori le pareti di tante moschee. Fino al 26 marzo, a Castel dell’Ovo, a Napoli, sono esposte due sue opere, nell’ambito di una mostra di una collettiva di artisti algerini, promossa dall’ambasciata di Algeria in Italia. L’ambasciatore le ha chiesto di realizzare due dipinti dedicati a due suoi connazionali, «uomini di pace, dono di Dio all’umanità»: sant’Agostino, padre e dottore della Chiesa cattolica, e l’emiro Abd al-Qadir, musulmano, che a Damasco – dove insegnava teologia nella moschea degli Omayyadi – salvò 15mila cristiani dalla furia dei drusi.
© 2018 – Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – Agorà – Cultura – martedì 13 marzo 2018 – pag. 25