Mamma Rong è di origine cinese, papà Mot vietnamita; arrivarono in Italia negli anni ’70 per scappare dalla guerra. I nonni paterni erano di “provenienza invertita”: al nonna vietnamita e il nonno cinese. Un curioso mix, quello degli antenati di Chiky Ong che, invece, è italiano, così come il fratello Chinghiep e la sorella Vuisian. Ventinove anni, elettricista, Chiky, residente a Marano (diocesi e provincia di Vicenza), si esprime perfettamente in dialetto vicentino, il che la dice lunga su come l’integrazione superi di fatto tutte le teorire. L’integrazione avviene. Il pluralismo è una realtà. Punto. Con buona pace di chi erge ostacoli e barriere.
Chiky, la cui famiglia è di religione buddista, ha scelto di diventare cristiani e, ieri sera, durante la veglia pasquale, nella chiesa parrocchiale ha ricevuto i tre Sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Confermazione, Eucaristia. «I miei genitori non mi hanno battezzato da piccolo perché hanno voluto lasciarmi libero di decidere la mia appartenenza religiosa. E io ho sempre frequentato la parrocchia, servivo Messa come chierichetto, frequentavo il catechismo e i gruppi giovanili». E ieri sera tutta la comunità si è stretta attorno a Chiky, soprattutto la sua fidanzata, Debora che, con la sua fede semplice, ma radicata, è stata determinante per la sua decisione. «Mi ha sempre detto che, pregando, i problemi si superano». Veglierà, invece, dal cielo, nonno Than. «Nel 2009, mio nonno si ammalò – racconta Chiky -. Per mesi stette male e io lo accudivo. Mi diceva che vedeva Gesù e questo rendeva la sua sofferenza più sopportabile. Ha chiesto di essere battezzato in punto di morte. Se nè andato con Gesù nel cuore. Questo mi ha molto colpito». «Il Battesimo da adulto è più responsabilizzante, più impegnativo – spiega don Giovanni Casarotto, direttore Ufficio diocesano evangelizzazione e catechesi -. Perché ti rendi conto che la fede riguarda la tua vita. A volte si tratta di una scelta sofferta, perché non sempre le famiglie sono d’accordo, a volte non lo è il partne». E sottolinea ancora: «L’esperienza di Chiky e, qualche anno fa, di una signora vietnamita, vanno anche letti in un’ottica di supporto al dialogo fra Santa Sede e Chiesa cinese. La forza del catecumenato è che fa riflettere le comunità su che cosa significa diventare cristiani da adulti. Da una parte, la persona si sente accolta, dall’altra, la comunità cresce e si fortifica».
Cresce anche la comunità della parrocchia di san Giacomo Maggiore di Verona, che sta vivendo un’esperienza particolare, con due ragazzi senegalesei. Ernest e Odion saranno battezzati a Pentecoste. «Ernest è scappato perché un gruppo di integralisti musulmani ha incendiato il suo villaggio. Non si è salvato nessuno. Odion è scappato addirittura dalla sua famiglia, che ha tentato di avvelenarlo, perché si era fatto cristiano», spiega suor Maria Pia, che ne sta seguendo il percorso spirituale. Due eventi dirompenti, che però hanno rafforzato la loro fede. Dovranno ancora pazientare qualche settimana per accostarsi a quel Gesù che ha cambiato le loro vite. Un dono che invece per Chiky si è già verificato. «Sono molto emozionato e molto felice». La persona che più mi ha mostrato che Dio è amore è la mia meravigliosa fidanzata. Con il suo amore infinito ha dato un senso a tutta la mia vita». Si preannuncia un altro Sacramento. «Il matrimonio? Certo. Ci siamo già iscritti al corso fidanzati».
© 2018 – Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – Primo Piano – domenica 1 aprile 2018 – pag. 4