Il Mali senza pace – Mali without peace

Era un paese bellissimo il Mali. Ma ormai da cinque anni non trova pace. Il 14 aprile si è registrato il 33esimo attentato nella capitale Timbuctù: un commando di circa 50 terroristi ha colpito il quartier generale della missione Onu di stabilizzazione (Minusma) e la vicina base del contingente francese nel Sahel. Si registrano un morto e parecchi feriti, militari e civili. Quello che ha sorpreso le stesse forze Onu è stata la dotazione bellica degli assalitori: 11 mortai, tre autobombe mascherate da vetture delle Nazioni Unite e dell’esercito maliano, armi automatiche, cinture esplosive e finti caschi blu. Nel fine settimana, nella regione settentrionale di Menaka (al confine con il Niger), due attacchi – sembra ad opera del gruppo Saharan (affiliato locale di Daesh) – hanno provocato la morte di 40 tuareg. Assieme all’insicurezza, cresce anche il malcontento della popolazione, che aveva accolto Holland come un liberatore, ma che oggi si ritrova con una situazione umanitaria aggravata. Là dove regna il malcontento, i predicatori radicali hanno gioco facile. Attenzione. Perché la “guerra santa” rappresenta sempre un’“interessante” alternativa alla miseria.

© 2018 – Romina Gobbo – Facebook 29 aprile 2018

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