«Fatico a fare il bagno nel Mediterraneo, perché quello che è sempre stato l’ombelico del mondo, oggi è un cimitero liquido»: lo ha ricordato oggi monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio, traendo le conclusioni della conferenza stampa di presentazione del progetto “Sibari e la costa dei tre miti: Italo, Ulisse e Federico. Diritto alla bellezza e al turismo per tutti. Itinerari turistici accessibili interculturali e interreligiosi”.
Parole che pesano ancora di più alla luce dei due naufragi di ieri – al largo della Turchia e della Tunisia – nei quali hanno perso la vita 55 persone (sono i corpi finora recuperati, ma non si esclude che il numero salga).
Tra le vittime, anche sei bambini siriani, affogati nell’Egeo, al largo di quella costa sul cui bagnasciuga giaceva il corpo del piccolo Aylan Curdi. Vi ricordate che ondata di indignazione si scatenò allora? Come se per la prima volta il mondo si accorgesse della tragedia migratoria. Ma – come si sa – anche l’indignazione passa in fretta, e la memoria è corta, così siamo di nuovo qui a piangere altri bambini.
© 2018 – Romina Gobbo – Facebook 5 giugno 2018