Da giorni la narrazione sui migranti la fa da padrona nei mezzi di informazione. Ovviamente, polarizzata: pro o contro. Con tutto il corollarIo: chiusura porti, navi da sequestrare, Trattato di Dublino da rivedere, la Spagna per alcuni “santa”, per altri “furba”, i muscoli con la Francia…. Poi arriva il censimento dei Rom, quindi il dibattito scorta sì o scorta no a Saviano. Ho l’impressione che sia solo fumo negli occhi. Credo che a settembre ci sveglieremo da tutto questo “opium populi” e troveremo un bell’aumento di tasse e prodotti.
Il mio invito ai politici è di andare a leggersi l’Etica NIcomachea (non è una brutta parola) di Aristotele. Sì, proprio il testo che è uscito stamattina per i maturandi del Classico. Il primo capitolo tratta della morale, che per Aristotele è il bene supremo. Questa attività suprema per lui è la politica (la polis), che presiede a tutto. L’oggetto della politica è la virtù, che ha come obiettivo finale il saper trarre il meglio da tutti i cittadini. Egli enumera dieci virtù: coraggio, temperanza, generosità, magnificenza, magnanimità, mitezza, amabilità, sincerità, arguzia, giustizia. Proprio la giustizia è per Aristotele la virtù più importante: «È la più efficace, e né la stella della sera, né quella del mattino sono così meravigliose. Ed è una virtù perfetta al più alto grado perché chi la possiede è in grado di usare la virtù anche verso gli altri e non soltanto verso se stesso».
L’ho sempre detto che i greci la sapevano lunga. Studiate gente, studiate.
© 2018 Romina Gobbo – Facebook 21 giugno 2018