
Il Cristo in nero del Belgio. Opera dello scultore Sergio Rodella (credits Romina Gobbo)
Quando ho cominciato a immaginare che da grande avrei fatto la giornalista, non avevo ben chiara la strada da percorrere, ma sapevo che su quella strada volevo incontrare persone, di ogni età, provenienza, professione. Dopo tanti anni, penso che lo strumento migliore del mio mestiere sia l’intervista, che ha senso quando riesce a cogliere l’anima dell’interlocutore. Per far questo, ci si deve mettere in ascolto. Ho incontrato tante persone ed è stata sempre un’esperienza arricchente, anche quando non del tutto positiva. Succede. L’empatia non sempre può essere totale. L’importante è il rispetto. Se c’è rispetto, poi esce un buon articolo.
In questi giorni, due incontri “Inattesi”. Inattesi perché straordinari. Ho preso a prestito l’aggettivo “inattesi” dal titolo dell’ultimo cd di uno dei due, il cantautore vicentino Davide Peron. E poi lo scultore padovano Sergio Rodella. Due artisti di talento e cuore, due “strumenti ispirati” che creano bellezza. La loro arte è oltre.
Ve li racconto su Credere nelle prossime settimane.
© 2018 Romina Gobbo – Facebook 11 luglio 2018