«Quando mi arresi al governo, mi misero su un treno della “Southern Pacific” e mi mandarono a San Antonio nel Texas, dove fui processato con le leggi dei bianchi. Dopo quaranta giorni, mi trasferirono a Fort Marion in Florida, dove mi misero a segare tronchi d’albero. Ci costrinsero a queste dure fatiche per due anni, e non potemmo rivedere le nostre famiglie che nel 1988. Questo modo di trattarci era un’aperta violazione del trattato concluso nel Canyon dello Scheletro. Dopo ci mandarono con le famiglie a Vermont in Alabama, dove restammo cinque anni a lavorare per il governo. Non avevamo nessuna proprietà e aspettai invano che il generale Nelson Miles mi mandasse in quella terra che aveva promesso. Invano sperai di avere gli attrezzi, la casa, il bestiame che il generale ci aveva promesso…». Geronimo, uno dei più conosciuti capi Apache, si arrese al generale Miles il 3 settembre 1886. Da 25 anni, da quando gli avevano ammazzato moglie, tre figli e madre, combatteva contro messicani e statunitensi che volevano espandersi a Occidente. Morì di polmonite il 17 febbraio 1909 in Oklahoma senza mai essere tornato a casa. Resta il simbolo di un popolo intrepido spazzato via dalla propria terra.
© 2018 Romina Gobbo – Facebook 4 settembre 2018