«Il sogno legato a questo centenario sarebbe la beatificazione di un nostro ex allievo, padre Ezechiele Ramin, diventato missionario comboniano in Brasile, dove nel 1985 fu ucciso da alcuni sicari per il suo impegno a favore dei contadini». A dirlo è don Cesare Contarini, rettore dell’Istituto Barbarigo di Padova. L’ex Collegio vescovile, oggi scuola cattolica, diocesana e paritaria, nel 2019 compirà cento anni. «Una bella cifra, che dice di una storia e quindi anche di una tradizione di educa- zione a vantaggio della Chiesa e della città», dice il rettore. «L’istituto è sorto per una lungimirante intuizione dell’allora vescovo Luigi Pellizzo, un uomo pratico che dove vedeva un problema cercava una soluzione. Asiago occupata dagli austriaci rendeva pericolosa tutta la zona adiacente, compresa Thiene, dove c’era un nostro collegio diocesano. Così i ragazzi furono trasferiti a Padova e prese vita l’idea di un convitto anche qui: il Barbarigo, appunto».
RAGAZZE E RAGAZZI INSIEME

I protagonisti dell’Istituto cento anni fa
Da quel 1919 migliaia di studenti dagli anni Settanta anche di studentesse hanno varcato per studiare la soglia di via Rogati 17; per lo più cattolici, ma anche ebrei, qualche cinese e un paio di musulmani. Al Barbarigo si sono formate generazioni di padovani, molti dei quali hanno raggiunto importanti traguardi nella vita: amministratori pubblici, rettori e docenti universitari, imprenditori, musicisti, perfino un tatuatore… e, appunto, un sacerdote in “odor di santità”, padre Ramin appunto, per il quale nel 2016 è stata aperta la causa di beatificazione.

Gli studenti in uno dei laboratori
TANTE LE OPPORTUNITA’
Attualmente l’Istituto conta 280 studenti, 40 nel percorso delle scuole di primo grado e 240 nelle secondarie, che vedono attivi gli indirizzi di Liceo classico, scientifico tradizionale e Scienze applicate, e Istituto tecnico economico. 37 insegnanti e 12 addetti ad altri servizi sono tutti coinvolti a vario titolo nel progetto educativo, in collaborazione con i genitori, «primi responsabili della crescita dei propri figli», puntualizza don Contarini. Al centro, c’è sempre lo studente. «Un ragazzo, iscritto al nostro liceo musicale (oggi non più attivo, ndr), va bene per quattro anni, il quinto entra in crisi. A causa delle troppe assenze, non possiamo ammetterlo alla maturità. Gli suggerisco di fare il quinto anno da privatista e di tornare da noi a sostenere l’esame finale. È uscito con il voto di 67/100. L’anno dopo aveva già inciso un cd e ora sta vincendo vari concorsi di voci nuove in giro per l’Italia», racconta ancora il sacerdote. «Lo considero uno dei miei maggiori successi, perché l’ho aiutato a trovare la sua strada. Noi prendiamo i ragazzi così come sono, senza fare test di ingresso, e cerchiamo di portarli dove possono arrivare, secondo la “cilindrata” di ciascuno».
Per don Contarini la scuola paritaria, tanto più se cattolica, deve favorire la realizzazione personale, che avviene attraverso il prendersi cura: «Io i miei ragazzi li conosco uno per uno, e a loro chiedo di assumersi le proprie responsabilità. Per chi si impegna, favoriamo opportunità di studio in ambito internazionale».
La musica è uno dei pilastri del Barbarigo grazie a don Floriano Riondato, oggi 97 anni, che iniziò a insegnarla nell’anno scolastico 1963-64. Negli anni nacquero i gruppi Ensemble-Floriana, la Scuola d’arpa e gli Amici di don Floriano, che organizzano corsi musicali per vari strumenti.
LA PAROLA AGLI STUDENTI
«Ho scelto di dedicarmi al mondo dei tatuaggi. Penso che in questa mia scelta abbia avuto un ruolo importante il fatto di aver imparato a sognare», racconta Matteo Nangeroni, ex studente e oggi fra i tatuatori più ricercati e apprezzati nel panorama internazionale. Altri ex studenti, come anticipato, sono diventati imprenditori, mu- sicisti, medici, docenti universitari, altri ancora si sono fatti strada in politica. «Per passione e per spirito di servizio, non per lavoro», dice Clodovaldo Ruffato, consigliere regionale, nonché consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, membro del direttivo provinciale di Forza Italia e già sindaco del suo paese, Santa Giustina in Colle (Padova). L’ex studente Dante Carraro è invece diventato sacerdote e cardiologo nonché il direttore di Medici con l’Africa Cuamm, una delle più apprezzate organizzazioni internazionali che lavorano per il miglioramento delle condizioni di salute nel Sud del mondo. Ancora, ecco un musicista, Leo- poldo Armellini, fagottista di fama internazionale: «Il primo fagotto (strumento musicale a fiato, ndr) me lo comprò don Riondato anticipando di tasca proprio un milione di lire, che poi gli ho restituito poco a poco». Dal 1982 Armellini è docente di Conservatorio e attualmente dirige il Conservatorio di Padova. «Al Barbarigo ho capito lo straordinario valore pedagogico della musica, la sua capacità di far crescere l’autostima dei ragazzi e di aiutarli a uscire da situazioni difficili».
LA FESTA DEI 100 ANNI
Il centenario vedrà una serie di iniziative, cominciate lo scorso 18 giugno con la festa di san Gregorio Barbarigo, che si concluderanno l’11 maggio 2019 con la Messa in cattedrale presieduta dal vescovo monsignor Claudio Cipolla. Il 21 settembre è in programma la Messa d’inizio anno, alla quale sono stati invitati tutti i sacerdoti che si sono formati nell’istituto. «La Messa in avvio d’anno è per noi una consuetudine consolidata, così come quella di Natale, mentre a Pasqua facciamo una celebrazione breve», dice ancora il rettore. A metà ottobre sarà presentato il libro del centenario. «Altri traguardi sono poi vicini, come la ristrutturazione edilizia e la ridefinizione giuridica», chiude don Contarini. «Una grande fortuna del Barbarigo è stata aver sempre sentito la diocesi alla spalle. Questa è una garanzia per gli utenti, ma è anche una responsabilità per chi vi lavora».
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Occuparsi dei giovani è una grazia
Dopo sedici anni da direttore del settimanale diocesano La Difesa del popolo, nel 2009 don Contarini è tornato al Barbarigo, dove aveva già insegnato tra il 1985 e il 1990. «Ho avuto la fortuna di lavorare sempre con i giovani. In parrocchia ne avevo finché volevo, poi sono stato per quasi nove anni in Azione cattolica, al giornale ne ho avviato alla professione decine, a scuola li ho tutti i giorni! Con i giovani si può ottenere molto se ti percepiscono come autentico. Ho sempre considerato una grazia del Signore occuparmi di loro».
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L’Istituto nel solco della Diocesi
L’istituto Barbarigo è una proprietà personale del vescovo pro tempore di Padova. Di conseguenza è il vescovo stesso che nomina un rettore come rappresentante legale, il quale agisce con delega e procura. «Per semplificare, stiamo tentando di far confluire l’istituto nella Fondazione Giacomo Bortignon per l’educazione e la scuola, così da poter poi agire come suo braccio operativo», spiega il rettore. «In futuro il tutto sarà facilitato dalla vicinanza: le Fondazioni Bortignon, Lanza e Zancan, e il Centro Toniolo, riuniti nel Polo delle Fondazioni culturali collegate alla diocesi, troveranno sede nell’ala del complesso che stiamo ristrutturando». Per conoscere meglio l’istituto visitare il sito web http://www.barbarigo.edu.
2018 Romina Gobbo
pubblicato su Credere – domenica 16 settembre 2018 – pagg. 26, 27, 28, 29