«Fai tu!». E a lei non restò che abortire – «You do!». And she decided to abort

Spinosissima questione aborto. La donna viene sempre messa alla gogna, come se per lei abortire fosse un gioco, mentre è piuttosto evidente quanta sofferenza c’è dietro una scelta del genere. Per carità ci sono anche casi in cui viene fatto a cuor leggero, ma penso siano molti meno. Poi si parla del ginecologo. Se pratica l’interruzione di gravidanza, è un sicario. Se non la pratica (obiettore), viene aggredito da femministe inferocite perché non rispetta la legge 194. Del partner della donna, non si parla mai. E’ come se non esistesse, come se la donna fosse incinta per auto-fecondazione. Tanti anni fa scrissi un libro su commissione del Centro aiuto alla vita di Vicenza. Raccontavo storie di donne che avevano pensato di abortire, ma poi era prevalso l’amore per il nascituro. Ed erano tornate sui loro passi. Quello che mi stupiva era la non partecipazione – neppur emotiva – di marito/fidanzato/compagno… I quali si limitavano a dire: «Fai tu». Non sto parlando di partner occasionali, ma di quello che vive con te, con il quale si presume ci sia uno scambio che va al di là del seme. Forse va riflettuto anche su questo.

© 2018 Romina Gobbo – Facebook 12 ottobre 2018

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