Calogero voleva andare a Cuba per il viaggio di nozze, Catia preferiva di gran lunga la Terra Santa. E vinse lei. Era il primo segnale di un grande amore per la «storia di Gesù». Da quel 1997 a oggi Catia ha continuato a portare il marito Calogero a visitare presepi. E così all’inizio di quest’anno, hanno ricevuto dalle mani del vescovo di Pescia (Pt), mons. Roberto Filippini, il Testimonium, ovvero la pergamena in “stile Santiago”, che premia i partecipanti a “Terre di Presepi”, che hanno completato il pellegrinaggio fra le Natività di Toscana, Emilia e Lazio. Trentacinque timbri quando ne sarebbero bastati trenta, per un totale di 1.500 chilometri, dal 16 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018, con una “chicca” di nove presepi in un solo giorno. Forte del proprio primato, la famiglia Urso saluta la nuova edizione dell’iniziativa toscana.
Domani, infatti, mons. Filippini alle 11, durante una celebrazione eucaristica nella chiesa di San Francesco, consegnerà collettivamente a tutti i presepisti il “Mandato a fare il presepe” del Natale 2018, e benedirà le statuine di Gesù Bambino, che saranno collocate nei presepi la notte di Natale. «Sentiamoci già uniti nella contemplazione, sempre stupita, del mistero di un Dio che, nella sua misericordia senza limiti, si china sull’umanità affaticata e ferita da una storia di male e la abbraccia teneramente, facendola sua – dice il Vescovo -. La Divina Umanità di Gesù si mostri ai nostri occhi nella sua luce dolcissima e ci faccia riscoprire ed amare la nostra umanità tanto amata da Dio, rendendoci capaci di accoglienza, di perdono e di amore fraterno».
Pescia si è ritagliata negli ultimi anni un posto al sole nel panorama nazionale con il suo “Presepe vivente”, ambientato al tempo di san Francesco: più di un chilometro di rappresentazione lungo gli argini del fiume, con un effetto notturno particolarmente suggestivo. Poi ci sono il presepe in grotta a Convalle di Pescaglia (Lu), quello all’uncinetto di Cerreto Guidi (Fi), quello meccanizzato, i presepi a tema, quelli che fanno capolino dai balconi… e così via, insomma, libero spazio alla creatività. Sono davvero tanti i paesi, le cittadine e le parrocchie italiane che hanno scelto di fare squadra tra loro per far conoscere attraverso il presepe, il mistero della natività. «Questa iniziativa, nata nel 2004, e che coinvolge, non solo la Toscana, ma anche il Lazio e l’Emilia Romagna, è andata via via crescendo, fino a muovere ogni anno un milione di visitatori. Non si tratta di un’escursione turistica – anche se effettivamente ha dato nuova vita a borghi e località di grande fascino, ma che erano sconosciute ai più -, si tratta di un vero e proprio pellegrinaggio – sottolinea Fabrizio Mandorlini, portavoce di Terre di Presepi -. Viene infatti proposta una credenziale del presepista che, attraverso il timbro dei presepi visitati, permette di realizzare un vero e proprio itinerario alla ricerca delle natività più belle. E questo ha dato all’iniziativa ulteriore spinta e significato».
© 2018 Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – Catholica – sabato 13 ottobre 2018 – pag. 24