C’era una volta una donna che sfidò la legge umana. Mentre il fratello Eteocle, che si era battuto per la Patria, venne sepolto con tutti gli onori, l’altro fratello, Polinice, che aveva avuto il torto di coinvolgere una città straniera nelle vicende di Tebe, venne privato della sepoltura come stabilito da un editto del governatore Creonte, per quanti venivano considerati traditori. Ma Antigone, nella convinzione spirituale e religiosa che a tutti spettasse la sepoltura, coprì il corpo di Polinice con alcune manciate di terra. Così facendo, si ribellò alla legge degli uomini in favore di quella naturale, che risale alla notte dei tempi. Questo mandò Creonte su tutte le furie perché la donna aveva infranto il suo ordine. La fece rinchiudere viva nella tomba di famiglia, dove lei si tolse la vita impiccandosi, non volendo attendere di morire per fame. Creonte tornerà sui suoi passi, ma è troppo tardi. Antigone sa fin dall’inizio che il suo gesto la porterà alla rovina, ma è anche consapevole del significato simbolico di quel gesto: esso resterà ad imperitura memoria e sarà esempio per tutte le rivoluzioni a venire.
Oggi a Riace la storia si è ripetuta. «Vi auguro di avere il coraggio di restare soli e l’ardimento di restare insieme, sotto gli stessi ideali. Di poter essere disubbidienti ogni qual volta si ricevono ordini che umiliano la nostra coscienza. Di meritare che ci chiamino ribelli. Di continuare a credere, anche contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini e donne. Di continuare a camminare nonostante le cadute, i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua anche dopo di noi…». Questo dice Domenico Lucano, stasera ospite di Fazio.
Vale più la legge o la propria coscienza? Nel caso di Creonte, parliamo di un dittatore che si era impadronito illegittimamente del potere. E questo gioca a favore della disobbedienza di Antigone. Ma, nel caso di un ordinamento democratico, quindi di leggi sancite da chi è legittimato a farle, può esserci un diritto di resistenza? Esso è contemplato nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789. Non esiste nella nostra Costituzione. Può allora una legge essere disattesa se per esempio va contro l’interesse del più debole? Non per l’ordinamento italiano, dove chi disattende una legge va sempre sanzionato. Ma esiste una forma di lotta politica – la disobbedienza civile -, che può essere attuata da un singolo o da un gruppo di persone, che comporta la violazione consapevole e pubblica della legge considerata sbagliata. Ne consegue il relativo accertamento in sede penale. Ma i “disobbedienti” potrebbero anche ottenere l’abrogazione o una modifica della legge stessa, se il giudice arrivasse alla conclusione che lo Stato è una costruzione umana, quindi non è infallibile, ed è diritto dei cittadini vigilare affinché non abusi del suo potere.
© 2018 Romina Gobbo – Facebook 21 ottobre 2018